Taranto -Arrestati 2 Ufficiali Marina Militare. Eseguiti sequestri per 500mila euro a carico di 10 indagati
Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Taranto e della 2^ Sezione del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale ionico hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare personale, traendo in arresto due ufficiali della Marina Militare ed inoltre stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, nei confronti di 10 soggetti, indagati nell’ambito dell’attività: si tratta di 8 ufficiali, fra cui i due arrestati, 1 sottufficiale ed un dipendente civile della Marina Militare.
I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Taranto, dott. Pompeo CARRIERE, su richiesta del P.M. inquirente, dr. Maurizio CARBONE.
Concussione continuata in concorso è l’ipotesi di reato contestata agli arrestati che si identificano nel Capitano di Corvetta Alessandro DORE, ora in servizio presso il Comando Scuole della Marina Militare in Ancona e nel Capitano di Fregata Giovanni CASO, attualmente in servizio presso l’Ufficio Centrale del Bilancio e degli Affari Internazionali del Ministero della Difesa ed afferisce a condotte poste in essere dagli indagati quando erano effettivi al IV° Reparto della Direzione di Commissariato di Taranto della Marina Militare.
Le misure cautelari scaturiscono dall’attività investigativa – espletata tra il 2014 ed il 2015 dai militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo provinciale – naturale prosecuzione delle indagini e dei successivi provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria del capoluogo ionico nei confronti di sei Ufficiali della Marina Militare e di un dipendente civile tratti in arresto per i medesimi reati, nonchè del precedente arresto in flagranza, per analogo reato, di un altro Ufficiale della Marina. Gli approfondimenti investigativi, svolti sempre sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, nella persona del Sostituto Procuratore dott. Maurizio CARBONE, hanno permesso agli inquirenti di focalizzare l’attenzione su alcuni contratti e forniture di servizi in favore della Marina Militare, in particolare del IV e V Reparto di MARICOMMI.
L’indagine prese avvio nel marzo del 2014, in occasione dell’arresto di un Capitano di Fregata della Marina Militare, Capo del V Reparto di MARICOMMI Taranto, operato in flagranza di reato all’interno del suo ufficio, sorpreso dopo aver riscosso una tangente da un imprenditore locale, che aveva denunciato qualche giorno prima ai Carabinieri quanto subiva ormai ininterrottamente da anni. L’ufficiale, nell’occasione, fu indagato per concussione nei confronti di una serie di imprenditori locali, assegnatari di servizi per conto della Pubblica Amministrazione nell’ambito degli appalti gestiti dalla direzione di Commissariato per la Marina Militare di Taranto. Dopo l’arresto del graduato, furono perquisiti il suo ufficio e l’abitazione, con conseguente sequestro di copioso materiale informatico e cartaceo, nonché di una somma di denaro contante, suddivisa in singole mazzette, di un ammontare complessivo pari a 44.000,00 euro.
L’analisi del materiale sequestrato, gli interrogatori nei confronti dell’indagato, le numerose perquisizioni eseguite presso le sedi delle ditte che avevano rapporti commerciali con la Marina Militare, l’escussione di persone informate sui fatti (soprattutto imprenditori), l’acquisizione di documenti, nonché l’ascolto di utenze telefoniche intercettate, permisero di ricostruire un quadro investigativo tale da individuare responsabilità penali in capo ad alcuni comandanti, succedutisi nell’arco degli ultimi anni ed effettivi in Reparti che gestivano gli appalti con le imprese che forniscono beni e servizi alla Marina Militare.
In particolare è emerso che gli imprenditori, qualora non avessero pagato una tangente pari al 10% circa del valore dell’importo dell’appalto assegnato, rischiavano ritorsioni come il ritardato pagamento delle fatture o, addirittura, l’ingiusta esclusione dalle gare.
La tangente, una volta riscossa, veniva suddivisa in quote in base al numero di soggetti protagonisti della pratica amministrativa in modo “da remunerare” equamente tutti coloro che partecipavano all’approvazione dell’appalto, della fornitura o del servizio; il tutto naturalmente suddiviso in percentuali formulate in base all’importanza ricoperta da ogni singolo attore.
Il sistema ideato faceva si che gli imprenditori concussi fossero vittime di una vera e propria prassi illecita che in alcuni casi si trasferiva da un comandante all’altro.
In tale quadro, nella mattinata odierna, sono stati arrestati i due ex Capi del IV Reparto della Direzione di Commissariato di Taranto della Marina Militare: il Capitano di Corvetta Alessandro DORE e il Capitano di Fregata Giovanni CASO. I due ufficiali sono stati raggiunti dai Carabinieri del capoluogo jonico nelle città ove attualmente prestano servizio, ossia rispettivamente Ancona e Roma.
Dopo gli arresti dello scorso gennaio, durante gli interrogatori di garanzia si registrarono importanti ammissioni di responsabilità, in particolare da parte di un indagato che, nel fornire ulteriori nomi di imprenditori costretti a pagare corroborava quanto già appurato nella prima fase dell’indagine. Infatti, dalle dichiarazioni di alcuni imprenditori emergeva – in risposta a specifiche domande degli inquirenti – che il sistema concussivo non riguardava solo il V Reparto ma che analoghe richieste di denaro venissero avanzate anche dagli ufficiali posti a capo del IV Reparto.
Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari con imposizione del braccialetto elettronico, su disposizione del GIP del Tribunale di Taranto, dr. Pompeo CARRIERE.
A completamento dell’operazione e su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Maurizio CARBONE, la Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione del Nucleo Investigativo di Taranto sta procedendo ad eseguire un decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, emesso dal predetto GIP, teso ad individuare e sequestrare somme contanti e depositi bancari/postali nonchè beni immobili nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo di 500mila euro: tale è risultata la quantificazione globale del prezzo/profitto dei reati contestati nel tempo. Si tratta di somme e beni riconducibili ai 10 indagati (tra cui i due ufficiali arrestati oggi), tutti dipendenti della Marina Militare.
Nel corso delle perquisizioni eseguite presso i domicili e gli uffici degli arrestati sono stati sequestrati carte di credito, computer portatili e telefoni cellulari su cui saranno effettuati ulteriori accertamenti.