Taranto – Isola Verde: “Non riusciamo a guardare in faccia i nostri figli. Da sette mesi senza stipendio”
La situazione non è affatto delle migliori, e stamani a confermarlo – al termine del consiglio provinciale – l’intervento di uno dei dipendenti di Isola Verde. Uno dei tanti dipendenti, in bilico, senza certezze, e soprattutto senza uno stipendio. Era il primo punto all’ordine del giorno: ricognizione e piano di razionalizzazione delle società partecipate, un punto rimasto in sospeso, poiché – a detta del Presidente della Provincia Tamburrano – non si è in condizione di dare una risposta a 250 lavoratori. Questo già, la dice davvero tutta su quelle che sono le condizioni in cui versano molte famiglie tarantine.
Dunque la Provincia di Taranto sarebbe diventata un vero e proprio ente liquidatore, tra società partecipate in via di chiusura e soldi che non ci sono. “Qui siamo ai bollettini di guerra – commenta il consigliere Dante Capriulo – Siamo addirittura entrati in consiglio scortati dalla polizia. Io da consigliere provinciale in minoranza, rispetto alle cosiddette larghe intese, penso che necessiterebbe fare una valutazione politica, anziché i liquidatori – e continua – Qui si va avanti come se fossimo dei burocrati che devono alzare la mano”.
Dal canto suo, Martino Tamburrano, chiede ai lavoratori di Isola Verde di avere un’unica posizione, una voce unanime e di non intraprendere più azioni diverse. Ma non è facile avere una sola voce, una voce unanime. E a dirlo nel suo intervento, è uno dei lavoratori. “Siamo al settimo mese senza stipendio – dice – la nostra è una situazione drammatica e impossibile. Non riusciamo più a guardare in faccia i nostri figli quando torniamo a casa”. Non ce la fanno i lavoratori di Isola Verde. Non ce la fanno con le bollette, col fitto di casa. “Noi abbiamo bisogno di certezze”. Chiedono certezze, e dicono di essersi rivolti a chiunque a livello istituzionale, pur di porre rimedio alla loro situazione. “Dovete pagarci, perché se non c’è un licenziamento noi dobbiamo stare lì. Ci pagate con soldi pubblici”. E ancora, esortano il Presidente della Provincia a non commettere lo stesso errore che stava per essere commesso in passato, durante il commissariamento. “Quando si è in solidarietà, non vi può essere liquidazione”. E proprio per quanto riguarda il contratto di solidarietà, i lavoratori sanno che non possono fare affidamento su questa condizione. “Al vostro posto Presidente – dice il lavoratore – mi sarei tagliato lo stipendio per pagare i dipendenti. Sono vent’anni che lavoriamo per l’amministrazione provinciale, dal 1995”. Dunque, pulizia delle strade, degli immobili. Chi farà tutto questo? E’ questo che si chiedono i lavoratori, esternando palesemente dubbi sulla proposta del sindaco di Taranto di intervenire come garante. “Non so se sia possibile una cosa del genere – dice ancora il dipendente di Isola Verde – fatto sta che noi siamo in difficoltà, e se fossi stato al suo posto mi sarei dimesso e avrei dichiarato il dissesto”, e poi ancora un appello al PD, quel Partito Democratico quasi distratto, che ha creato l’azienda e adesso “dov’è?” chiedono i lavoratori. Lavoratori disperati, che percepiscono poco più di 500 euro al mese, quando li percepiscono.
Tamburrano che ha attentamente ascoltato la relazione del lavoratore, risponde di essere contrario ad azioni politiche forti, seppur vi abbia pensato. “Non gioverebbero a nessuno”, replica il presidente. Dunque a detta di Tamburrano, la partita qui sarebbe reggere e resistere per salvare il salvabile. Ma una cosa è certa, come lo stesso ha detto in seduta, se non vi saranno novità “lo stipendio non posso pagarlo perché soldi non ce ne sono”. Probabilmente, alcune unità saranno collocate all’interno dell’Università, altre al ‘Paisiello’, ovviamente secondo criteri che stabiliranno i sindacati – come spiega Tamburrano – e che potranno osservare un principio di uguaglianza a livello normativo sicuramente, ma non è detto che sia lo stesso a livello sociale. In conclusione, si aspetta di salvare il salvabile, ma i soldi per gli stipendi non ci sono. E non solo per gli stipendi. Ricordiamo che la Provincia è stata costretta a restituire 19milioni di euro. Ricordiamo anche il grosso punto interrogativo sulla Polizia Provinciale, che non è dato sapere ancora, se e da chi sarà assorbita. Dunque, sarebbe proprio il caso di capire, arrivati a questo punto, chi, cosa, o meglio dove sia, il salvabile al quale azioni politiche forti, come le dimissioni o il dissesto, non gioverebbero.