PCI Federazione di Taranto – “Con l’indicente in Ilva ci risvegliamo da un lungo letargo”
Sembriamo risvegliarci, stamani, con la tragedia di ieri dell’Ilva, da un lungo letargo.
La “Questione” storica della sicurezza in fabbrica torna prepotentemente di attualità con il dramma dell’operaio martinese Alessandro Morricella, ora in rianimazione nel policlinico di Bari.
Le sue condizioni sono gravissime e ricordano la tragedia torinese della ThyssenKrupp in cui morirono bruciati sette operai nel dicembre del 2007.
Si torna a parlare sulle reali condizioni impiantistiche del grande centro siderurgico di Taranto ma non ancora nell’individuare la causa che non risiede nella fatalità ma nella organizzazione del lavoro, quella che decide tempi e modi della produzione.
Nel momento di un passaggio cruciale per i destini di questa fabbrica, devono, a nostro avviso, tornare i lavoratori ad essere protagonisti della tutela della loro salute e vita.
Un problema che non può essere lasciato alla decisione di ognuno di essi, solo davanti ad eventi tragici, ma collettiva e quindi della classe intera.
Liberi dal giogo ricattatorio ottocentesco di Emilio Riva i sindacati devono imporre il loro controllo e quello dei lavoratori sull’intero processo produttivo e verificare l’azione commissariale oltre che sull’efficacia degli interventi sull’ambiente anche su quelli della sicurezza.
Non si dimentichi, inoltre, che si continua a morire per i danni provocati alla salute dalle malattie tante diffuse nella generazione dei padri degli attuali dipendenti e dell’alto tributo di sangue nei cinquanta anni di Ilva, proprio alla vigilia della Giornata del 12 Giugno dedicata alle morti sul lavoro a Taranto.
I comunisti d’Italia sono vicini alla famiglia di Alessandro e ribadiscono il loro impegno, ovunque essi siano presenti, nel porre prima di ogni diritto quello alla vita ed alla salute dei lavoratori e dei cittadini.
Partito Comunista d’Italia
Federazione Di Taranto