Taranto e le sue tartarughe al 35° Simposio annuale in Turchia
di Elena Ricci
E’ incredibile come la nomea di una città come quella di Taranto, balzata sulle prime pagine di cronaca nazionale, per disastro ambientale, inquinamento, acciaieria e quant’altro, diventi candida e limpida dinanzi ad uno spettacolo della natura, o miracolo, se così vogliamo chiamarlo, della nidificazione sulle nostre spiagge, di uova di tartaruga Caretta Caretta. Un fenomeno questo, che potrebbe essere interpretato secondo differenti chiavi di lettura: la prima, quella più d’impatto, l’immensità della natura, e ancora, porterebbe tanto a riflettere su come nonostante le difficoltà, la vita, la rinascita, abbia la meglio.
Nel 2011, sulle spiagge di Campomarino sono nate ben 33 tartarughine. Il nido fu curato dai volontari del WWF Taranto e dai volontari Legambiente di Maruggio. La piacevole scoperta, replicatasi nel 2014, ha portato volontari, e gente del posto ad intervenire, suscitando addirittura l’interesse di gente proveniente da Danimarca e Norvegia, portando sul posto una media di circa 300 visitatori giornalieri. Una vera attrattiva per gli appassionati, che si spera abbia luogo anche nell’anno in corso, e che ha portato le spiagge di Campomarino ad essere un consolidato sito di nidificazione di Caretta Caretta. Grazie all’impegno e all’attenzione dei volontari e dell’amministrazione comunale, quest’anno negli ambiti del 35° Simposio annuale sulle tartarughe di mare che si terrà in Turchia dal 18 al 24 aprile, il sito tarantino sarà portato all’attenzione della comunità scientifica internazionale, con la presenza di una delegazione del WWF Taranto. Si tratta di un incontro davvero prestigioso al quale prendono parte persone provenienti da ogni parte del mondo.
Il grande interesse che il fenomeno ha suscitato, attesta che le spiagge di Campomarino sono un sito di rilevanza internazionale. La possibilità che se ne parli e che venga censito nelle aree internazionali di nidificazione negli ambiti del 35° simposio, sarà soltanto uno strumento di prestigio per la nostra comunità, flagellata spesso dall’impronta negativa del disastro ambientale, quando invece fenomeni come questo, rappresentano uno degli spunti dal quale ripartire per riaffermare l’identità di un territorio ricco di risorse; risorse sulle quali si dovrebbe investire per rinascere.
La zona di Campomarino dunque, per questa sua particolarità, è stata denominata “Tartaland”, terra delle tartarughe, dal quale ha preso appunto il nome un progetto rivolto alle scuole secondarie.
Durante il soggiorno in Turchia, la delegazione del WWF Taranto, spiegherà ai presenti quella che è stata l’esperienza, l’emozione dei presidi intorno a questi nidi, la schiusa delle uova e la fuoriuscita delle tartarughine dalla sabbia. Un’esperienza unica, bellissima. E se c’è qualcosa che ancora non ha abbandonato Taranto, quella è la natura. Nonostante tutto.
Elena Ricci