San Brunone, parlano gli operai: “C’è possibilità che ci ammaliamo anche noi”
Parlano gli operai del Cimitero
nella giornata di ieri si è tenuto in Prefettura un incontro tra la Commissaria alle bonifiche Vera Corbelli
e i coordinatori provinciali e il rappresentante dello slai cobas per il sindacato di classe dei lavoratori cimiteriali cooperativa ancora Francesco Masella sulla questione delle bonifiche al cimitero s.brunone e più in generale ai tamburi
la commissaria ha illustrato il suo lavoro e i piani in corso con una ampia relazione che abbiamo apprezzato e di cui parleremo in seguito, in questo ha promesso il massimo impegno e interessamento per il Cimitero appena disponibili i dati delle analisi asl validati dall’arpa
Il rappresentante del cimitero ha portato la voce dei lavoratori affermando
Gli effetti dell’inquinamento al cimitero sono devastanti, vedi minerali dovunque, c’è quando respiri, quando cammini. Ci sono effetti gravi sui lavoratori che operano tutti i giorni, ma anche sui cittadini che vengono al cimitero.
In questa situazione c’è un’alta probalìbilità di ammalarci. Il Comune non si è mai chiesto per 15 anni quali effetti i parchi minerali abbiano su di noi. Non è cambiato nulla dallo scandalo dell’Ilva ad oggi.Tra i lavoratori i più esposti vi sono i numatori, i giardinieri e chi fa pulizia perchè alzano polvere.
Unico intervento che c’è stato è stato da parte dell’Asl che fatto scavare il terreno per esaminare il livello di inquinamento. L’estrazione del terreno l’hanno fatta, ma che l’abbiano anlizzato non lo sappiamo. Il terreno è da mesi che resta depositato nella cappella. Il direttore del cimitero ha detto che sono stati presi campioncini di terreno e sono stati analizati, ma perchè non si sanno i risultati di queste analisi? Si dice che nei campi si deve togliere solo 30 massimo 50 centimetri di terreno. Invece va tolto tutto dato che la movimentazione quotidiana ha portato sicuramente le nocività più in profondità, il vero problema che non basta cambiare il terreno, si tratta di mettere a norma l’Ilva.La distanza del cimitero dai parchi minerali è meno di 500 metri.Occorre inoltre riconoscere ai lavoratori del cimitero il “lavoro usurante”.Non ci pensano che un operaio è morto, e resta poi la famiglia, la moglie con due bambini. Anche un altro morto a Talsano, ha lasciato figli piccoli senza un reddito.Noi rischiamo in una situazione del genere, di rimanere inquinati; quindi disoccupati e malati.In questi anni la situazione è andata sempre peggiorando dal punto di vista dell’inquinamento. Solo negli ultimi mesi è leggermente diminuito, ma forse perchè la produzione è diminuita. Anche se i lavoratori delle pulizie sono tornati a lamentarsi per la polvere.Stare nel cimitero è diventata una rulette russa. Stai continuamente nell’ansia, un dolore e subito pensi di avere il cancro. C’è una tensione non indifferente. Le dotazioni dateci da più di un anno: tute plastificate, copricalzari, maschera con il filtro, occhiali, guanti ed elmetto sono utili ma ingombranti. Nel periodo estivo non puoi mantenere la maschera per più di qualche decina di minuti, con il caldo ti senti male, non puoi tenerla per mezz’ora altrimenti boccheggi, non respiri. Anche la tuta non la possiamo tenere con il caldo.
Vogliamo quindi che la bonifica venga trattata come emergenza, vogliao fatti e non continua esposizione di progetti da fare ma che non cominciano mai:.
Operai cimiteriali cooperativa ancora
parte civile nel processo ILVA