Per amore di Taranto e dei Tarantini, Monsignor Santoro risponde
Vi ringrazio per la vostra lettera e vi esprimo la mia vicinanza. In questi giorni, come sicuramente ne siete a conoscenza, l’Associazione Monte Tabor, che dirigeva la “San Raffaele – Cittadella della Carità”, ha consegnato ufficialmente alla Diocesi di Taranto la “Cittadella della Carità”. Inutile dire che la soluzione più semplice sarebbe stata quella di consegnarla, a nostra volta, ad un gruppo più potente e più sano nel complicato ambito della santità ed evitare questa considerevole fatica, visto che come Diocesi non avevamo contribuito noi a giungere all’attuale situazione. Ma, per amore all’opera di Mons. Motolese e di tanti tarantini e per conservare gli attuali livelli occupazionali, ho accolto questo gravoso impegno. Mi spinge anche a rilanciare “La Cittadella” l’insistenza di Papa Francesco sui più poveri e sui più deboli ed il mio desiderio di essere vicino ai bisogni della nostra città di Taranto.
Aver messo al vertice del CdA della “Cittadella della Carità” due sacerdoti, validi esponenti della nostra arcidiocesi, Mons. Semeraro e Mons. Tagliente, vuole essere indice di un interessamento fattivo, soprattutto in direzione della continuità secondo il cuore e l’intelligenza dell’amato Mons. Motolese, mio venerato predecessore.
È naturale che ogni cambiamento possa generare apprensioni, ma posso garantire che sono cambiamenti indispensabili nella situazione in cui ci troviamo. Occorre il contributo di tutti così come la competenza peculiare di qualcuno capace lavorare con frutto e rendere efficace il rapporto con le istituzioni, in primis con la Regione Puglia.
Vi invito per questo alla fiducia e alla massima trasparenza nel confronto e nel dialogo, cosa che mi avete manifestato con grande rispetto e riguardo.
Resta chiaro che questa nuova stagione della “Cittadella della Carità”, che comincia nei venti avversi dell’incertezza della crisi economica, viene segnata dalla volontà di voler preservare i posti di lavoro, di salvare un’opera-segno della nostra Taranto come anche procedere nella via dell’eccellenza così come l’indimenticato don Guglielmo ha trasmesso a tutti noi.
Il mio saluto e la mia benedizione.
Mons. Filippo Santoro
Arcivescovo