Taranto: il bilancio dopo il girone di andata
Con il pareggio interno maturato con il Manfredonia si conclude il girone di andata del Taranto, che al giro di boa chiude al quarto posto in classifica con 31 punti all’attivo. 8 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte: è questo il primo score della nuova società, capitanata dal presidente Campitiello. Solo ad Andria e Potenza la squadra ionica ha assaporato il sapore amaro del ko, ma il distacco dalla capolista Andria (11 lunghezze di differenza) è causato dai numerosi risultati di parità. Ricordiamo tra gli altri, lo stop interno con la Scafatese e l’1-1 di Gallipoli che grida ancora vendetta. Fa specie notare che il team di Favo non ha finora ottenuto successi negli scontri diretti, dunque nel girone di ritorno occorrerà invertire decisamente rotta. In città serpeggia un bel po’ di delusione: c’è chi chiede la testa di Favo e chi è già rassegnato ad un altro anno di Serie D, senza pensare che anche una qualificazione alla lotteria playoff potrebbe essere più che utile (vedasi Arezzo). A prescindere dalle responsabilità dello staff tecnico e dei calciatori, fatte notare anche in nostri precedenti articoli, c’è da considerare un fattore più che importante. Mettendo a confronto la primatista Andria con il Taranto, la sostanziale diversità di classifica è causata anche e, forse soprattutto, dagli eventi della scorsa estate. La compagine andriese, dopo aver ottenuto la promozione dall’Eccellenza alla D tramite i playoff, si è immediatamente messa al lavoro per costruire un’ottima rosa per la stagione successiva. Organizzazione impeccabile, frutto di un buon lavoro del patron Fiore. La stessa situazione non è potuta accadere in riva allo Ionio. Sicuramente non per colpa dell’attuale numero uno campano, che ha dovuto sborsare inoltre quasi 600mila euro per coprire i debiti della vecchia gestione societaria. Per quanto concerne la questione tecnica, la preparazione del Taranto è addirittura iniziata nel mese di agosto. Ribadiamo questi concetti perché a volte una parte della tifoseria di Taranto dimentica, troppo in fretta, il recente e stucchevole passato.
Francesco Calderone