“ILVA, l’intervento statale non sia solo un ponte per la privatizzazione, ma garantisca la tutela della produzione, dell’occupazione, dell’ambiente e della salute”
“Abbiamo sempre sostenuto, in tempi non sospetti e da vent’anni a questa parte, la necessità di un intervento diretto dello Stato per salvaguardare l’Ilva e, più in generale, la produzione nazionale dell’acciaio. Ecco perché non possiamo che condividere, in linea di principio, l’intenzione del Presidente del Consiglio di intervenire, con un decreto ‘natalizio’, sulla questione. Tuttavia, riteniamo che per tutelare al massimo 17mila posti di lavoro e la salute di tanti cittadini, le condizioni che l’Esecutivo dovrebbe porre dovranno essere ben più severe e rigide rispetto a quelle di cui si vocifera in queste ore”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, ricorda come “la cordata interessata all’acquisto del più grande stabilimento europeo non sia certo accompagnata da una fama che lascia dormire sonni tranquilli. Marcegaglia, proprio a Taranto, ha già lasciato tanto lavoratori con un palmo di naso e in balia delle onde chiudendo anzitempo l’attività. Così come, a livello europeo, non si parla granché bene, in termini di affidabilità, della Arcelor-Mittal. Pertanto, considerando che Renzi pare intenzionato a intervenire per creare le condizioni per la definitiva privatizzazione dell’Ilva, invitiamo tutti a una profonda pausa di riflessione”.
Pugliese entra così nel dettaglio: “Ripetere gli errori del 1995, quando l’Ilva fu venduta per un tozzo di pane ai Riva, con le conseguenze catastrofiche in termini ambientali e produttive che tutt’oggi si stanno pagando, sarebbe diabolico. Aggiungiamoci che, nella proposta avanzata da Marcagaglia-Arcelor-Mitall si parla di revisione, ovviamente al ribasso, degli investimenti previsti per il piano ambientale… ebbene sarebbe opportuno che il Governo ottenesse garanzie ben precise, cautelandosi con una golden share, ovvero entrando a far parte della nuova società con diritti di controllo sull’attività della futura gestione, a cominciare dall’applicazione in toto dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) del piano ambientale e industriale già approvato ai tempi di Bondi e Ronchi. La salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente e quella del reddito di migliaia di lavoratori non possono essere barattate sull’altare di una trattativa frettolosa”.