Parte a Taranto il processo d’appello per l’omicidio Sarah Scazzi
Dinnanzi al presidente della Corte di assise , Rosa Patrizia Sinisi è iniziato il processo d’appello per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana che il 26 agosto 2012 venne uccisa dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano , sempre secondo la verità processuale data dalla sentenza penale di primo grado del 20 aprile 2013.
Oggi le porte di un’aula di giustizia si riaprono a Taranto. In quella stessa aula di giustizia potrà entrare, ancora da uomo libero, Michele Misseri, oggi sessantenne, padre di Sabrina e marito di Cosima.
La difesa gioca buona parte delle sue carte proprio su un nuovo esame di Michele Misseri, su una eventuale perizia `psicologica´ sull’agricoltore e sull’ennesimo sopralluogo alla villa di Avetrana teatro del delitto; in pratica, un parziale rinnovo del dibattimento. La Procura generale, invece, chiede subito la sospensione dei termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano.
In primo grado la Corte di assise di Taranto aveva inflitto a Michele Misseri otto anni di reclusione ritenendolo colpevole di concorso in soppressione di cadavere. Fu lui a confessare il delitto e a far ritrovare i resti della povera Sarah, ma pochi giorni dopo chiamò in correità la figlia indicandola come la reale autrice dell’omicidio Non ha mai tirato in ballo la moglie, ma dalla fine del 2011 ha cercato nuovamente di addossarsi tutte le responsabilità del delitto con motivazioni che però non hanno convinto la Procura e soprattutto la Corte di Assise. E’ lui il fulcro dell’inchiesta e del processo, anche se il giudizio di primo grado ha visto la condanna di nove imputati accusati di reati diversi. Tutti hanno fatto ricorso, ma per un imputato la Corte di assise di appello dovrà dichiarare l’estinzione del reato perché Cosimo Cosma, nipote di Michele Misseri, al quale erano stati inflitti sei anni per concorso in soppressione di cadavere, è morto il 7 aprile scorso per una grave malattia. Gli altri imputati che cercheranno di far valere le loro ragioni dinanzi ai giudici di appello sono Carmine Misseri, fratello di Michele, anche lui condannato a sei anni per concorso in soppressione di cadavere; l’ex legale di Sabrina, Vito Russo jr, al quale vennero inflitti due anni per favoreggiamento personale; e infine altri tre condannati per favoreggiamento, Giuseppe Nigro (un anno e quattro mesi), Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano (un anno di reclusione ciascuno)
«L’avete vista anche voi. Provate ad immaginare quale possa essere lo stato d’animo di una ragazza che da 4 anni è in carcere da innocente con una condanna di primo grado all’ergastolo» ha dichiarato a fine udienza l’avv. Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano notizie sulle condizioni della 26enne detenuta. Quanto alla richiesta di nuovo sopralluogo a casa Misseri, la difesa di Cosima (ha parlato l’avv. Luigi Rella) l’ha motivata sostenendo che la Procura di Taranto, per supportare la sua tesi accusatoria, avrebbe “spostato” il luogo del delitto, trasferendolo dal garage all’interno della villetta.
Sul fronte delle parti civili – in aula c’era Concetta Serrano, la mamma di Sarah, raccolta nel suo sguardo impenetrabile che nasconde un dolore immutato – la richiesta difensiva di risentire in un’aula di giustizia Michele Misseri è stata avvertita come un ulteriore schiaffo alla verità. «Continua la recita del trasformista», e ancora «disgustati di vedere o sentire eventualmente Michele Misseri fare le sue sceneggiate» hanno replicato gli avvocati Nicodemo Gentile e Walter Biscotti, legali della famiglia di Sarah. Alle richieste principali avanzate alla Corte, accusa e difesa ne hanno aggiunte di altre che vanno dall’acquisizione di documenti alla trascrizione del contenuto di conversazioni telefoniche.
Biscotti ha ricordato che nell’inchiesta ci sono due momenti di «straordinaria intensità» che coinvolgono Michele Misseri. Il primo «sono i momenti di silenzio che precedono l’indicazione del luogo in cui ha gettato il corpo di Sarah, quando si libera da un peso» (6 ottobre 2010); il secondo, durante l’incidente probatorio del 19 novembre 2010, quando Misseri dice «ognuno deve assumersi le responsabilità».
La Corte d’Assise d’Appello di Taranto, dopo una breve camera di consiglio ha aggiornato lo stesso processo al 21 novembre prossimo. In quella sede la Corte scioglierà la riserva sulle numerose richieste avanzate dal collegio difensivo e dalla procura Generale, che ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo in primo grado per l’uccisione di Sarah.