Favo: “Voglio i tre punti, a prescindere dal buon gioco”
Il tecnico del Taranto, Massimiliano Favo, debutta in conferenza stampa parlando del momento della squadra: “Stiamo bene e c’è entusiasmo, ora bisognerà vedere se saremo pronti ad affrontare qualsiasi formazione con la stessa mentalità. Abbiamo sprecato finora molte energie e il nostro obiettivo dovrà sempre essere quello di portare a casa il risultato. Il gioco mi interessa, ma deve essere funzionale al successo; paradossalmente, preferirei giocare male domani e vincere l’incontro”. Sul nuovo acquisto, Inacio Pià, che ha acceso la piazza: “E’ un calciatore brillante, ma che non gioca da un po’ di tempo; valuterò se impiegarlo o meno, però non bisogna creare troppe aspettative. Il nome in sé non serve, occorre che lui diventi uno di noi; deve calarsi nella parte come tutti, altrimenti può anche non essere chiamato in causa”. Sul modulo: “E’ l’ultimo dei problemi, possiamo giocare in vari modi”. Per ora nessun bilancio: “Si fa a fine stagione, posso solo dire che sono un allenatore incontentabile e che mi sento in credito. Sono felice di aver tolto lo scetticismo che si era creato intorno a noi, però lo scopo principale è ottenere qualcosa di importante lavorando a testa bassa con sacrificio”. Sulla rosa: “La squadra è quasi completa, mancherebbero solo dei ricambi under che potremo prelevare alla riapertura del mercato. Con gli over siamo a posto, sono 14 e li ritengo tutti possibili titolari”. Ritornando sul discorso tifoseria: “Avverto per strada felicità e se avessi avuto un dubbio sulla scelta Taranto, in questa settimana sarebbe andato via perché una città del genere dà enormi motivazioni”. Sulla concorrenza in avanti, vista la presenza di Pià: “Fa sempre bene essere in competizione, Mignogna e Gaeta sono al 100% e quindi sarà solo un mio piacevole problema decidere chi schierare dal primo minuto”. Il trainer rossoblù conclude rimarcando l’importanza del gruppo: “E’ fondamentale avere uomini di carattere che aiutino i giovani; l’allenatore è come il maestro, dà gli input ma poi non sta nello spogliatoio con i ragazzi. A volte è più importante una parola detta da un compagno che non quella del mister”.
Francesco Calderone