Mottola, una denuncia per ricettazione
Operazione dei Carabinieri, che accusano un coltivatore diretto di possesso di arnie di provenienza furtiva
I Carabinieri della Stazione di Mottola, a conclusione di mirata attività info-investigativa, hanno deferito in stato di libertà un coltivatore diretto del posto, poiché ritenuto responsabile di ricettazione di arnie di provenienza furtiva.
I militari, infatti, da diverso tempo stanno svolgendo intensi e specifici servizi finalizzati a frenare e reprimere il fenomeno dei furti di arnie, particolarmente sentito nel versante occidentale della Provincia ove, la presenza di grandi distese di aranceti e colture di mandarino, richiama oltre agli apicoltori locali anche molti operatori del settore di tutta Italia, che vengono ad installare i loro apiari proprio in queste aree per la produzione di miele di agrumi, particolarmente richiesto dal mercato.
Purtroppo la concentrazione di questi particolari allevamenti attira anche molti malintenzionati che, facilitati proprio dalla naturale ubicazione dei favi, posizionati ovviamente in aperta campagna, lontano dai centri abitati, quindi in luoghi di difficile sorveglianza, si dedicano al loro “traffico”.
Nel corso di tali attività, gli operanti procedevano al controllo di una delle tante masserie della zona, rinvenendo 50 arnie riguardo al cui possesso il proprietario dell’azienda agricola non sapeva fornire esaustive e convincenti giustificazioni, difatti, le ulteriori e più approfondite indagini consentivano di appurare che 25 arnie di quelle rinvenute erano state asportate, in vari periodi, ai danni di 4 apicoltori, di cui 2 della Provincia di Taranto ed altrettanti della Provincia di Chieti, tutti operanti tra i comuni di Mottola e Palagiano. La refurtiva veniva sequestrata e successivamente restituita agli aventi diritto.
Per le restanti 25 arnie, verosimilmente anche queste di provenienza illecita, le attività finalizzate a risalire ai legittimi proprietari risultavano più difficoltose poiché i segni identificativi, che tutti gli apicoltori per consuetudine e prassi appongono sulle stesse, erano stati evidentemente rimossi, pertanto venivano sottoposte a sequestro per gli ulteriori accertamenti.
Complessivamente la refurtiva recuperata ha un valore commerciale di circa ventimila euro.
In considerazione di quanto sopra, l’uomo veniva deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria.