Martina, è il momento di ritrovare la … serenità, ignorando i provocatori e i … portatori d’odio
La partita di domani può essere una occasione giusta per riappacificare la città. ‘Chi non salta martinese … non è’. Questo dovrebbe essere lo slogan. Una riappacificazione che non deve essere solamente sportiva, ma molto di più.
Partiamo da quella sportiva. L’intervista a Giovanni Cassano, pubblicata giovedì dal nostro giornale, senza commenti da parte nostra, senza erigerci a ipocriti moralisti, senza offendere alcuno, ma con l’unico intento di far venire fuori una parte nascosta di un imprenditore che nessuno conosce, usando una certa pacatezza nella comunicazione e senza cercare lo scoop a tutti i costi o voler ‘raccattare’ qualche inserzione pubblicitaria, ha avuto come obiettivo di riconoscere un periodo calcistico indimenticabile, ma anche il valore di chi, da zero è ripartito con il calcio, riportando il Martina alle ribalta calcistica, seppure di un campionato dilettante. Le decine e decine di telefonate d’apprezzamento ricevute (non cercate) ci hanno dimostrato che i martinesi vogliono questo. La mia rappacificazione con Giovanni Cassano, voluta da entrambi nello stesso momento, durante un forum sulla Giustizia al Park Hotel San Michele, dopo tutto quello che ci eravamo gettati addosso, in un momento di reciproca impulsività, quasi due anni fa, è la dimostrazione che il buono di ciascuno di noi può riemergere e cancellare tutto il brutto. Basta veramente volerlo.
Dalla riappacificazione sportiva parte la più importante: quella politica ed amministrativa che finalmente possa rilanciare la città. Purtroppo, a Martina, ci sono i portatori d’odio, gli invidiosi, gli sciacalli, i copisti, i provocatori. Coloro che ‘usano’ il proprio ruolo (??) per perseguire uno scopo. Come quelle note stonate dell’informazione con la ‘i, minuscola che, qualche mese fa ‘celebravano’ con tanto di articoli e foto rimbombanti l’Assessore Donato Marinosci, La Destra e il consigliere comunale Leo Cassano, per graziarsi i loro favori ed ottenere un assessorato. Proprio a Leo Cassano fu consegnato il curriculum vitae da portare al Sindaco dalla faccia tosta, aspirante assessora, al Sindaco Palazzo che (cornuto sì, ma mazziato no), lo respinse al mittente. Palazzo, Marinosci e Cassano vengono perseguitati settimanalmente a mo’ di stalking giornalistico. Ciò che è penoso e al di fuori di ogni etica giornalistica è l’accanimento nei confronti del primo cittadino, non critico per i suoi comportamenti politici (cosa deontologicamente ammissibile) ma ripetutamente offensivo sul piano personale tanto da ‘ingiuriare’ la sfera privata, da parte dell’ambiziosa arrivista. E’ la classica storia della volpe e l’uva.
La classe politica martinese ha bisogno di ritrovare l’unità, sia quella di destra che di sinistra. Tutti gli imprenditori che intendono investire sul territorio e possono offrire posti di lavoro devono avere le stesse opportunità. Tutti, nessuno escluso. E’ anche vero che chi ha fatto il proprio tempo in politica deve farsi da parte e lasciare il posto ai nuovi che se sono giovani e capaci è tanto di guadagnato. Martina deve riconquistare tutte quelle cariche istituzionali che le spettano, ma soprattutto il rispetto. Quando la classe politica ed imprenditoriale avranno lo stesso obiettivo, allora finalmente ricomincerà il riscatto della città.
Riguardo le tanto famigerate quote rosa bisogna finalmente fare chiarezza. Ad una donna stupida in politica è preferibile un uomo intelligente e viceversa. La capacità di un individuo non parte dal sesso, sarebbe riduttivo per le donne. E’ anche vero che ci sono donne capaci tanto e quanto gli uomini, da ‘considerare’ per amministrare la cosa pubblica.
Martina ha bisogno di serenità, di diventare una squadra. Siamo tutti nella stessa barca. La lotta senza esclusione di colpi porterebbe all’estinzione di quanto di buono abbiamo sempre dimostrato. Iniziamo domani, magari tifando tutti MARTINA. Si prenda esempio da Cassano. L’amore per la nostra città viene prima di tutto.
Antonio Rubino
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