Taranto: Belle de ‘na vòte – Ultimo appuntamento della rassegna “Lino Conte 40 anni di palcoscenico”
Giunge a conclusione la rassegna “Lino Conte 40 anni di palcoscenico”, organizzata al teatro Orfeo dall’associazione culturale Nuove Idee. Infatti, l’ultimo appuntamento è previsto venerdì 30 aprile, ed è in effetti lo spettacolo che doveva tenersi il 30 ottobre 2010, slittato per motivi di salute dello stesso protagonista, pertanto, coloro i quali sono già in possesso di quel biglietto, potranno accedere tranquillamente. In scena sempre Lino Conte con la compagnia teatrale I Fliaci in un capolavoro dell’autore tarantino: “Taranto belle de ‘na vòte”, un vero e proprio atto d’amore che l’autore ha voluto dedicare alla sua città. Un interessante percorso di un periodo storico che ha caratterizzato la Taranto di un tempo e tutto rigorosamente in dialetto comico. Saranno riproposti personaggi, figure, usanze, costumi e tradizioni di un tempo: da Cicce Caùre a Biacocche, Piepièle e la famosa cazzata, la scesa, il perdono, la serenata, le petteddare, tutto alternato da canzoni e poesie dialettali e tutto rigorosamente dal vivo.
Uno spettacolo molto particolare, attraverso il quale gli spettatori saranno proiettati indietro nel tempo, in quel periodo in cui Taranto veniva animata quotidianamente da personaggi, pùre lòre’nu poca particolare, e il perché, il pubblico lo vedrà nel corso dello spettacolo. Fatti, situazioni, dialoghi, storie realmente accaduti e che l’autore, per meglio ricostruire quel mondo e quell’ambiente, ha arricchito con un po’ di fantasia.
Un percorso straordinario che sin da bambino Conte ha seguito con una certa attenzione, con una forte curiosità e con passione, al punto tale, che ogni giorno annotava sul suo diario quanto accadeva in quei vicoli della città vecchia, ove abitare, significava non sentirsi mai soli, altro che privasi, altro che solitudine come quella che oggi gli anziani lamentano e soffrono. Le case erano sempre aperte a tutti e se malauguratamente non ti sentivi bene arrevavene da tutte ‘u strittele, pronti a darti una mano. E poi, quelle finestre, da un palazzo all’altro distanti quanto la lunghezza di un braccio, comode per le cummarelle che a prima mattina lucculavene “Cummà, ce tinne n’ogne de putresine? Cummà ce mange fasùle? … E poi, tutti sapevano tutto di tutti. E quando criticavano quelli de l’otre strittele era uno spettacolo ascoltarle.
Un testo, che attraverso lo spettacolo, se da un lato esalta le cose più belle quando racconta di quella Taranto ancora dalle origini e dalla vocazione marinaresca, ricca di tradizioni storiche, dall’altro, critica duramente, con grande amarezza, la metamorfosi della città dal momento in cui si insedia a Taranto il Centro Siderurgico… “u sedellurgeche”, che se è vero che in quegli anni portò benessere all’economia di Taranto e dei tarantini, oggi, il prezzo e le conseguenze disastrose le conosciamo tutti. La splendida Taranto, decantata da poeti e cantori, da capitale della Magna Grecia si è trasforma in capitale dell’acciaio. Così come anche il carattere dei tarantini è cambiato, una trasformazione, quindi radicale.
Naturalmente, grazie all’esperienza e alla bravura degli attori il pubblico avrà modo di divertirsi, grazie alle gags e alle scenette comicissime, ma anche di riflettere molto su una realtà dura e amara .
Tantissimi i protagonisti, oltre allo stesso Lino Conte, Francesco Donvito, Antonello Conte, Marisa Lopalco, Valeria Conte, Antonella Cervino, Gianluca Ferrarese, Grazia Vozza, Giulia Petruzzi, Gianna De Bartolomeo, Caterina Chimienti, Franco Secondo, Enzo Boccuni, Maurizio Pulito.
La regia è di Lino Conte. Le scenografie sono curate da Pasquale Strippoli. Audio e luci Provinciali service.