Taranto – “Gasolio sporco”: quanto tempo per i risarcimenti?
Qualche settimana fa, nella trasmissione “Mi manda RaiTre”, Il direttore commerciale Eni, Paolo Grossi aveva dichiarato: “Siamo pronti a risarcire gli automobilisti se verificheremo le nostre responsabilità sulla lavorazione del carburante nella raffineria di Taranto.”
I risarcimenti accolti da Eni riguarderebbero solo gli affiliati esclusivi – quindi con marchio Eni – ma nel caso dei distributori a marchio non esclusivo, i tempi risarcitori rischiano di allungarsi.
Abbiamo chiesto al presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agata – che con l’Associazione ha raccolto centinaia di segnalazioni di consumatori che lamentavano danni alle proprie autovetture in seguito ad un errore di miscelazione – quali cambiamenti siano avvenuti a quasi un mese di distanza.
Alla fine di dicembre, in diverse province pugliesi – Taranto, Lecce e Brindisi – centinaia di consumatori segnalavano all’associazione danneggiamenti alle autovetture dopo i rifornimenti di gasolio.
Lo “Sportello dei Diritti” ha inizialmente avviato delle analisi e raccolti sufficienti elementi e denunce, depositava un esposto presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce per denunciare l’accaduto, avviando una “class action” per la gestione del problema rimborsi: “Novità da un punto di vista sostanziale rispetto alle indagini non ci sono. I vari gestori stanno procedendo all’apertura delle posizioni di sinistro, attivando le polizze assicurative, dato sicuramente positivo sul piano risarcitorio. Si sta cercando di arrivare a soluzioni rapide, ma le richieste sono veramente tantissime.“
Le domande di risarcimento e le segnalazioni di danneggiamenti – subiti in particolare dalle auto di ultima generazione con motore common rail – gestite dallo “Sportello dei Diritti” sono almeno 500 (presumibilmente, sono migliaia le segnalazioni di veicoli danneggiati pervenute alle altre associazioni): “E’ una situazione che non si è mai verificata prima e stiamo riscontrando un po’ di lentezza nella risoluzione, seppure i gestori abbiano preso in carico la questione” afferma Giovanni D’Agata.
In un primo momento i grandi gestori avevano respinto l’ipotesi di essere diretti responsabili delle migliaia di casi di avaria e di danneggiamenti. Dopo le prime analisi, che mostrerebbero un errore di miscelazione (forse la presenza di una componente del bio-diesel che, in percentuale superiore, sarebbe ricollegabile ai danneggiamenti rilevati) come causa più accreditata per i danni subiti dalle autovetture, la posizione di quegli stessi gestori si è “ammorbidita”.
In qualche caso, alcuni gestori avrebbero proposto una risoluzione informale, nel tentativo di cavarsela con una cifra inferiore rispetto al danno economico subito dai danneggiati.
Quanto tempo si dovrà attendere perché quei rimborsi arrivino effettivamente nelle tasche dei consumatori: “In questa vicenda il consumatore non è sfavorito, perché viene applicato il codice del consumo, che dal punto di vista procedurale che ci dà ampie chance di recuperare le somme. Considerato poi che i consumatori hanno avuto grandi disagi e un esborso patrimoniale, come chi si è dovuto fermare in autostrada, con annesse spese di albergo e carro attrezzi. E’ la prima volta, in tanti anni, che c’è stato un danneggiamento seppur localizzato, tanto diffuso. I rimborsi non sono partiti materialmente, ma sono in corso di valutazione.”