Taranto – Omicidio Sarah Scazzi: condannato il fioraio che aveva “sognato”.
TARANTO – Condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione dal giudice Elvia Di Roma, Giovanni Buccolieri – fioraio di Avetrana – che durante le indagini per la morte di Sarah Scazzi, ritratto la sua versione in qualità di testimone oculare.
L’uomo – come riportato da Vittorio Ricapito sulle pagine de “La Repubblica Bari” – il 9 aprile del 2011 (a poco meno di un anno dall’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto il 26 agosto 2010) si presentò dai Carabinieri raccontando dettagliatamente e, con estrema precisione, il rapimento di Sarah Scazzi, per poi ritrattare dopo appena due giorni.
Giovanni Buccolieri, sostenne che si trattava di un sogno, frutto di una suggestione dovuta all’iper esposizione mediatica del caso Scazzi.
L’uomo raccontò in un primo momento di aver visto Sarah per la strada, agitata e turbata. Poco dopo sopraggiungeva l’auto di Cosima Serrano – una Opel Astra – e di aver visto la donna strattonare e minacciare Sarah, costringendola a salire in auto.
Il racconto del fioraio proseguí con altri particolari che trovarono poi conferma: a bordo dell’auto, infatti, il fioraio sostenne di aver intravisto sul sedile posteriore quella che poi si riconobbe come la sagoma della cugina di Sarah, Sabrina Misseri (madre e figlia sono state condannate in via definitiva alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Sarah) che si rannicchiava abbassandosi, mentre Sarah entrava in auto.
Improvvisamente l’uomo cambio versione e sostenne la tesi del sogno, con la complicità di un amico, Michele Galasso – condannato a due anni di reclusione – con cui telefonicamente concordò la versione del sogno.
Tesi sostenuta durante tutto il processo, in cui l’uomo, con una memoria difensiva di due pagine, spiegava la ritrattazione come un errore dovuto all’esposizione mediatica del caso, che lo avrebbe influenzato al punto da sognare quel momento, in realtà mia vissuto.
Durante tutto il processo il fioraio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il P.M. Mariano Buccoliero ha chiesto il massimo della pena, 4 anni di reclusione, perché Giovanni Buccolieri, con la sua testimonianze avrebbe potuto aiutare in modo significativo le indagini sul caso,
Le due donne sono state condannate in ultimo grado a scontare la pena dell’ergastolo e il “sogno” dell’uomo si dimostrò essere corrispondente alla reale versione dei fatti.