Sisma Centro Italia; il tempo dei Cesari è finito con il terremoto.
La realtà ha oramai doppiato la fantasia in molti suoi aspetti e per capirla e soprattutto sopportarla non rimane che richiamare l’aiuto della Storia dell’Arte e del teatro. Come non fare appello alla “viva e vibrante soddisfazione (Napolitano/Crozza)” per affrontare la questione della magnitudo del terremoto che ieri ha colpito il centro Italia facendo danni gravissimi ad esseri umani e al patrimonio storico? Le prime notizie segnalavano una scossa di magnitudo pari a 7.1 salvo poi successivamente correggerla a 6.1 e poi ancora 6.5 (http://www.valigiablu.it/notizia-falsa-terremoto/). Naturalmente c’è chi ha speculato su queste variazioni numeriche e di costoro è inutile parlare. Subito dopo gli sciocchi c’è stata la pletora dei critici degli sciocchi che hanno ribadito più e più volte, anche nello stesso tg, e giornali della peggiore delle due bufale inventate dagli sciocchi (le variazioni dell’entità del sisma sarebbero state dettate dalla “volontà complottistica” di non pagare i danni ai terremotati, più o meno la storia è questa). Il pensiero però va alla pletora, a questo bestiario fantastico che vede silenziosamente nello stesso crogiuolo webeti e soloni, autoportatori della propria aureola, leoni mediatici che criticano il web pur standoci per esigenze di esistenza. Perché qualcuno di questi soloni di turno non si è posto una domanda semplicissima? In sostanza perché le agenzie di stampa e tg prima di emettere un dato non aspettano quella mezz’ora circa che pare sia servita per il giusto ricalcolo della magnitudo del sisma contattando le istituzioni più accreditate in questo senso? Forse, e si sottolinea forse, queste agenzie dovrebbero essere più professionali nel diffondere dati. E la protezione civile? Ed il commissario per il terremoto? Non potrebbe spettare anche a loro evitare che accadano cose del genere? Tutto questo è però, lo si ricordi, in linea con i tempi dove le cifre, almeno loro, ballano e pure parecchio. Come dimenticare infatti che l’ ISTAT recentemente ha fornito importanti dati salvo poi correggerli subito dopo passando da una condizione negativa della crescita economica ad una positiva (seppure di decimali)? Cose che accadono, certo, però i numeri sono numeri e gli uomini sono quello che sono, inclusi coloro che giacciono davanti e dietro quei numeri. Ultime due riflessioni o meglio immagini. La prima è quella del Presidente del Consiglio che, a palazzo Chigi, tiene in solitudine scenica la sua conferenza stampa sul nuovo terremoto davanti a dieci bandiere della Repubblica collocate a loro volta a coprire un quadro monumentale. Verrebbe da urlare: Matteo, o il quadro o le bandiere! Se questa è la considerazione che si ha dell’Arte e della Cultura ebbene poco abbiamo da aspettarci in meglio. D’altro canto c’è anche poi il ministro D. Franceschini, che, a capo del Mibact (ma potrebbe reggere un qualsiasi altro ministero), non sappiamo quanto realmente sia in grado di distinguere un Simone Martini da un Nicola Pisano o peggio ancora un dipinto a tempera da uno ad affresco. Le immagini televisive, così come quelle della Storia dell’Arte, a differenza di certi numeri, non mentono. L’altra icona, si potrebbe definirla così, è quella della torre campanaria di Amatrice. Essa era tutto ciò che rimaneva del centro storico di questa cittadina e ciò l’ha tramutata in un simbolo. E’ possibile che in due mesi dal terremoto del 24 Agosto scorso non si sia deciso di metterla in sicurezza? Adesso, con l’ultima scossa, è quasi completamente crollata. Non si sa quanto personale del Mibact sia stato stanziato in queste operazioni di tutela, forse non un numero sufficiente di funzionari e dirigenti che, non sorprenderebbe scoprire, sono obbligati anche a turni massacranti. Il Mibact pare voglia nominare adesso un supersoprintendente per le aree terremotate. Potrebbe essere sufficiente in questo contesto? Solo a Cesare in effetti riuscì di tenere Alessandria d’Egitto con un paio di legioni. Il tempo dei Cesari e degli onori è finito col terremoto e qui servono persone, mezzi, risorse, tempestività.
Fabio A. Grasso