Il flop del festival dei talent
Posted On 19/02/2012
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Sabato sera è finito un ciclo, quello del festival kitsch di Gianni Morandi, così come per Baudo era stato quello nazionalpopolare.
Cosa sarà ricordato di questa edizione? Probabilmente solo l’inguine di Belen e la curiosità se indossasse o meno le mutande.
Gianmarco Mazzi, il direttore artistico, prima della serata finale, ha annunciato le sue dimissioni, forse perché ha capito che nessuno lo avrebbe confermato per il futuro.
E’ stato un Sanremo schiavo dei talent. Il vincitore dei giovani Casillo proveniva da Io canto. Delle prime tre classificate, due da Xfactor (Noemi e Arisa), l’altra da Amici (Emma).
La rai ha venduto la qualità delle canzoni praticamente ad 1,01 EUR, tanto infatti costava votare uno degli artisti in gara, per un massimo di cinque voti. Sembra poi una caricatura quella annunciata sul palco relativo il regolamento che vietava il voto ai minorenni. Qual’era il sistema per verificarlo? Tutti i bambini hanno un cellulare, la scheda la paga papà.
E’ stato un festival delle volgarità, del doppio senso, del flop pubblicitario che non ha permesso di incassare quanto si è speso. E’ stato il Sanremo degli anziani: Celentano 74 anni, Morandi 68, Patti Smith 66 e a seguire con tanti oltre over sessanta che hanno accompagnato i big nei duetti. Il canone rai servirà anche a pagare i debiti del festival.
Celentano non è Benigni. L’attore toscano lo scorso anno aveva offerto un momento di grande spessore, intonando il suo intervento ai 150 anni della storia d’Italia. Il cantante d’origine pugliese (Foggia) ha cercato la discussione a tutti i costi, con i prevedibili sermoni che avevano l’obiettivo di attaccare i giornali cattolici e difendere il suo amico Santoro. Se avesse limitato la sua esibizione unicamente alla canzone, soprattutto quella cantata insieme a Morandi, forse si sarebbe evitato la contestazione, soprattutto dei fotografi che ricordavano il mercato del pesce con i loro sproloqui durante le esibizioni.
Tutto il contorno ha offuscato le canzoni, molte delle quali erano anche belle. Avevamo pronosticato ieri la vittoria di Emma o di Finardi. Quest’ultimo non è arrivato nemmeno nei primi sei. Avevamo pensato ad una vittoria politica del cantautore lombardo, così come politica era stata quella di Vecchioni lo scorso anno. Ha vinto la cantante pugliese con una bella interpretazione. Seconda la lucana Arisa, forse con la più bella canzone di quest’anno.
Nina Zilli, rimane per noi la migliore produzione artistica di quest’anno.
Ora bisogna guardare avanti. Il festival va rifondato. Bisogna innanzitutto decidere l’organizzazione con largo anticipo rispetto questa edizioni (2 mesi). E’ naturale che sono solo in due coloro ai quali si può affidarlo: Fiorello o Carlo Conti. Dopo una edizione nella quale nessuno ha fatto il proprio lavoro (Morandi cantante, Papaleo attore), è giusto affidare il festival a dei veri presentatori. W Sanremo.
Antonio Rubino
direttore@pugliapress.it
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