IL CALCIO HA UN CUORE ROSSOBLU CHE RICONCILIA CON LA VITA
Ci sono tante belle storie che si possono raccontare. Anche dallo stadio. Perché, in quell’arena, tutto è fantasticamente vero. In questa era, dove tante situazioni appartengono al virtuale, nello stadio tutto è vero, non solo il calcio giocato. Accade di vedere, ogni santa domenica (anche di sabato), padri che accompagnano amorevolmente figli sfortunati che sono sulla sedie a rotelle o viceversa. E gli sguardi dei bambini che si avvicinano per la prima volta ad un appuntamento sportivo così importante, ne vogliamo parlare?
Ma, fra le tante storie che ci hanno colpito questa settimana, ne vogliamo segnalare due. Appartenenti proprio a due calciatori rossoblu. Quel ragazzo che vedete in foto si chiama Gianmarco Vannucchi. Di professione fa il portiere del Taranto. E’ arrivato da poco più di tre settimane in riva allo Ionio ed ha conquistato subito il cuore dei tifosi. Sabato scorso, a Latina, in uno scontro di gioco con un compagno, ha avuto la peggio, fratturandosi lo zigomo e finendo in ospedale. Questa settimana, per lui, è stata travagliata. Voleva giocare a tutti i costi, anche se infortunato. Volete sapere cosa ha fatto per essere in campo a difendere i colori del Taranto? Ha indossato una mascherina e, per giocare, ha dovuto firmare un’assunzione di responsabilità. Che storia fantastica. Se non è amore questo…
Poi c’è Giuseppe La Monica, 21 anni compiuti da poco. E niente. Lui è nato e cresciuto a due passi dallo stadio di Castellamare di Stabia. Ha anche giocato nella Juve Stabia. Ad un certo punto della partita, si è trovato, difronte, per ben due volte, il portiere avversario, sul terreno di gioco e, nella curva adiacente, i suoi ex tifosi. Nella prima occasione è stato atterrato e, alla sua squadra, è stato assegnato un rigore poi trasformato da un suo compagno; nella seconda, ha tirato un fendente pazzesco segnando il gol del raddoppio. Bene, lui, in entrambi i casi, non ha esultato. Anzi, nel secondo gol, è andato a chiedere scusa ai suoi ex tifosi. Chapeau.