L’ultima spiaggia
Zona rossa, arancione, gialla non importa, la certezza è che siamo all’ultima spiaggia, magari non quella che il Governatore Emiliano invitava la scorsa estate ad affollare, ma quella dalla quale dipende il nostro futuro in tutti i sensi. Fino a ieri, i disastri delle guerre mondiali ci sembravano solamente dei film.
I racconti di chi aveva vissuto quegli anni, ci sembravano solo brutte favole, ma con un lieto fine: quelle guerre terminavano con i buoni che vincevano. Oggi non sappiamo se e quando, questa guerra, finirà e quante saranno le vite sacrificate. Già, le vittime, quelle che per l’Assessore regionale Lopalco “sono l’ultimo dei problemi” o, piuttosto “gli anziani e gli ammalati che non fanno parte del mondo produttivo, non sono una grave perdita” come affermato dal Presidente della Regione Liguria Toti. In realtà, le vere vittime siamo noi, nelle mani di due, come questi, che non trovo aggettivi adeguati per definirli. Purtroppo non sono gli unici che il campionario televisivo ogni giorno ci propina. Un detto ricorrente che mi viene in mente è quando i nostri genitori ci dicevano, quando commettevamo degli errori: “Te lo sei voluto”.
Cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo? La storia ci racconta che in periodi simili, per cambiare pagina, c’è voluta sempre una rivoluzione. In Campania l’hanno provata a fare, quando gli stavano chiudendo tutto, ed immediatamente l’hanno spostata, come per magia, da zona rossa a zona gialla.
In Francia i Gilet gialli riuscirono a far sospendere al Governo l’aumento su carburanti, luce e gas.
“Nessuna tassa merita di mettere in pericolo l’unità della nazione” disse il premier francese. In Italia accettiamo tutto supinamente e la rivoluzione sappiamo farla solo sui social, con post tra il serio e il faceto che ci aiutano a passare le giornate di privazioni e a mettere fuori le nostre frustrazioni. Una balla al giorno ci confonde le idee e ci permette di non usare il cervello. E’ questo il metodo usato dai politici e non quelli di una determinata parte, ma tutti. Sono attori di una medesima commedia. Non si chiamano Albertazzi, Proietti, De Filippo, Gassman, Lavia, ma Conte, Salvini, Di Maio, Emiliano, Zingaretti, Meloni. Le commedie non sono comiche, ma piuttosto drammatiche, ma un comico c’è sempre (Grillo).
Gli attori sono i piazzisti che abbiamo incontrato spesso nelle fiere di paese.
Personaggi che fino a ieri erano “perfetti sconosciuti”, oggi diventati improvvisamente attori, come i virologi che non sapevamo di avere e professori come un tale Lopalco che in pochi mesi, da semplice professore universitario a 2000 euro al mese, ha vinto il superenalotto ed è diventato personaggio pubblico ben retribuito. La fortuna aiuta gli audaci, dicevano i latini, ma forse avevano sbagliato aggettivo. Sarebbe opportuno sostituirlo con “idioti”. Ma torniamo all’ultima spiaggia. Qual è il rimedio per uscire da questo incubo? E’ prendere l’iniziativa. Ciascuno di noi deve sostituirsi con chi ha la pretesa di comandare.
Bisogna sovvertire l’ordine: Non più comuni idioti sotto l’ombrello di pseudo comitati scientifici, ma cittadini di buonsenso. Deve prevalere questo. Come quando le nostre nonne ci dicevano: “Metti la maglia di lana… mettiti il cappello…usa la sciarpa…non uscire di casa per non raffreddarti… non avvicinarti a tuo fratello che lo infetti”. Ecco, facciamolo senza che siano gli … emeriti pseudo virologi e politologi con approfonditi Decreti che chiamano DPCM, enunciati in prima serata su tutte le tv, per dire le stesse cose che mi diceva mia nonna, ma in modo incomprensibile. Siamo davvero all’ultima spiaggia e chi non lo capisce non ha bisogno di un virologo, ma di uno psichiatra.