IL CRAS TARANTO VOLA SUL 2-0 MARTEDI’ AL PALAMAZZOLA IL PRIMO “MATCH POINT” CON VENEZIA
CRAS-UMANA 62-59
CRAS TARANTO: Gianolla, Greco, Mahoney 15, Godin 8, Brunson 17; Wambe 12, Siccardi, Montagnino, David 10, Sara Giauro. All. Ricchini.
UMANA VENEZIA: Kostaki, Basko 7, Ballardini 13, Jokic 6, Nadalin 13; Cirone 3, Sottana 11, Fascina ne, Eva Giauro 6, Paparazzo. All. Dalmasson.
ARBITRI: Gagliardi di Frosinone e Borgioni di Roma.
PARZIALI: 15-16, 33-36, 51-46, 62-59.
NOTE: T2 Cras 21/42, Umana 15/25; T3 Cras 1/10, Umana 5/18; TL Cras 17/22, Umana 14/20. Spettatori: 2500.
TARANTO (24-04.2010) Taranto doppia Venezia: 2-0 nella semifinale-scudetto. La squadra di Dalmasson ha lottato, ma nei secondi finali è stata buttata fuori strada da una squadra più austera e “aiutata” dalla maggior rotazione. Martedì prossimo, tra 72 ore, la formazione di Roberto Ricchini avrà il primo match point per sbarcare nella finale-scudetto, nella quale si affronterà la vincente della semifinale parallela Faenza-Schio, che sono sull’1-1. Appuntamento al PalaMazzola martedì 27 alle ore 20,30.
LA PARTITA L’inizio del match è tambureggiante. Eloquenti i primi 5’ con le pugliesi avanti di una sola lunghezza: 10-9. Da qui Taranto sguscia come un serpente nell’erba: 14-11 all’8’ con un “giochino” Greco-Mahoney. Poi si sveglia l’Umana, che cala il 10-1 (bene Ballardini) in 4’ che vale il +5 del 12’. Contro-risposta di Taranto in 2’: +1 del 14’. E’ un’alternanza di “poteri” in campo. Quando il Cras cala un attimo la tensione, la squadra veneta ne approfitta in transizione. L’arma vale il +5 del 16’. L’Umana si mantiene in superficie sfruttando la regia-cooperativa di Sottana-Ballardini: 31-34 al 19’. Ricchini si infuria e ordina timeout. Ma in campo Nadalin è fredda: +5. Poi Venezia va negli spogliatoi sul +3.
Il Cras impatta bene la ripresa. La coppia Brunson-Wambe firma il +1 celere. Risponde Venezia, con una Ballardini glaciale: +5 al 22’. Contro-break delle joniche, spinte dalla regia di Wambe e dalle unghiate di Brunson: 10-6 e +1 del 24’. Ancora Taranto, che rispolvera il muro difensivo (brava Siccardi su Ballardini) e si fionda in contropiede, dettato da Wambe. Break pesante delle locali: il 18-8 che vale il +7 del 28’. Taranto resta concentrato e fa il +8 al 32’. Da qui Venezia si impenna, difendendo duro e segnando. Il break di 11-6 vale il pari al 36’ (57-57). Qui Venezia si fa male, perdendo per limite di falli Jokic e Ballardini. Il finale (tutto in 60”) è un inferno: Mahoney fa +2 dai liberi, Nadalin pareggia sempre dalla lunetta, Godin ad un uncino fa il +2, Sottana compie lo sfondo e Wambe chiude definitivamente i conti con un tiro libero.
RICCHINI: MA NON E’ FINITA “Non facciamo l’errore di considerarci già in finale. Dobbiamo vincere un’altra partita e con questo Venezia tagliente, la trama martedì prossimo non sarà scontata. Dunque teniamo alta la concentrazione, perché saranno altri 40’ ad alto contenuto emotivo”. Roberto Ricchini è felice per il 2-0, ma non sbottona il suo abito da diplomatico. Vuole tenere la sua squadra in tensione dopo una partita che, “alla lunga abbiamo conquistato grazie alla nostra maggiore aggressività – ammette l’allenatore piemontese – che ha tagliato le gambe a Venezia. Sono felice perché le mie ragazze ci hanno creduto sino alla fine”. Venezia è stata ance davanti al Cras nel corso del match, ma quando le rossoblù hanno alzato la diga difensiva le ospiti si sono fatte male. Al contrario, quando Taranto ha commesso degli errori, nella circolazione della palla ed al tiro, l’Umana maliziosamente ne ha approfittato. “Ci sono alcuni meccanismi della squadra che non hanno funzionato, è su questo che dobbiamo lavorare nei prossimi due giorni, perché dobbiamo migliorare la nostra pallacanestro. E’ un imperativo indispensabile, se vogliamo pensare di centrare la finale-scudetto”.