Fine-settimana ventoso e mare agitato: tantissimo lavoro per i bagnini sull’Adriatico

Quello che si sta concludendo è stato un fine settimana veramente complicatissimo per il personale di salvataggio dei lidi pugliesi posti sulle coste dell’Adriatico.
Il forte vento di maestrale ha reso il mare Adriatico agitato. Questo avrebbe dovuto portare i bagnanti ad evitare il più possibile di spingersi in mare, per evitare inutili rischi per sé e per gli altri. Invece si è registrata una lunga serie di episodi nei quali alcuni bagnanti hanno costretto ad interventi di grande complessità i bagnini, arrivando perfino a mettere in seria difficoltà loro stessi.
E’ quanto accaduto in particolare ieri sul litorale ostunese, all’altezza dei lidi Rodos, Lambertiana e Capanno, dove i bagnini sono stati costretti a compiere ben 9 interventi di salvataggio, prima che la balneazione venisse del tutto vietata per evitare ulteriori situazioni di pericolo.
In particolare, si sono vissuti grandi momenti di grande apprensione quando un anziano è stato coinvolto in un moto di risacca, che lo stava spingendo al largo. Un bagnino, Antonio Zollo, si è dovuto allora buttare in acqua per andarlo a soccorrere, ma anch’egli, a dimostrazione dell’inaudita forza del moto ondoso, si è trovato in difficoltà.
Si è reso allora necessario l’intervento di due suoi colleghi, Andrea Nardelli e Giuseppe Leone, i quali hanno dovuto anch’essi gettarsi velocemente in mare. Essi sono riusciti fortunatamente nell’impresa ma a costo di un enorme sforzo fisico, che li ha portati letteralmente allo stremo delle forze e a necessitare del soccorso di un medico una volta rientrati sulla spiaggia.
Essi, una volta ripreso fiato, hanno dovuto compiere altri soccorsi, fino a quando non è stato proibito, doverosamente, alle persone l’ingresso in acqua.
Qualcosa di molto simile si è verificato 30 km più a sud, sul lido Giancola, all’altezza di Brindisi. Anche in questo caso, l’imprudenza di alcuni ragazzi nello sfidare le onde di un mare poco più calmo di quello di ieri, poteva costare carissima, se non fosse stata per la presenza di due surfisti e provetti bagnini, Omar Eisa e Stefano Valletta, che proprio nei momenti in cui un ragazzo stava iniziando ad annaspare, erano sulla loro tavola da surf.
La scena aveva peraltro creato immediato allarme sulla spiaggia, spingendo il padre del ragazzo ed un’altra persona a provare essi stessi ad andare in soccorso. I due surfisti hanno prima portato in salvo, su una delle due tavole, il ragazzo, poi sono tornati indietro per aiutare i due adulti, anch’essi incapaci ad un certo punto di rientrare.
Episodi per i quali, chi è stato salvato, dovrà essere sempre eternamente grato a chi è andato loro in soccorso, ma che dimostrano, una volta di più, come quando l’Adriatico è sferzato dal maestrale, ed in estate accade molto di frequente, esso meriti di essere guardato solo a distanza di sicurezza.
Del resto nella giornata di ieri, si sono registrate purtroppo anche due tragedie in acqua. La prima a Margherita di Savoia, con la morte di un tredicenne rumeno residente in zona, Manuel Sandu, il quale è stato risucchiato dal fortissimo moto ondoso e, nonostante i soccorsi, e una rianimazione avvenuta in spiaggia, è spirato poi presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo.
Passando invece al litorale jonico, ieri si erano perse le tracce in acqua, nella Marina di Lizzano, di un 72enne del posto, Giuseppe Nasole, allontanatosi in mare mentre si trovava su un materassino. La Guardia Costiera di Taranto ha condotto approfondite ricerche a partire dal pomeriggio di ieri e per l’intera notte, ma il corpo dell’uomo è stato ritrovato solo oggi pomeriggio, a 24 ore di distanza dall’ultimo avvistamento.
Anche in questo caso, l’eccessiva confidenza con il mare, potrebbe aver giocato un terribile scherzo.




