Servizi oncologici a rischio: a Taranto si rinuncia alle cure per mancanza di trasporti

Emergenza assistenziale per i malati oncologici nel Sud Italia: a Taranto, diversi pazienti sono costretti a rinunciare alla chemioterapia per l’assenza di un servizio pubblico di trasporto verso l’ospedale Moscati. La denuncia arriva dal consigliere regionale Renato Perrini.
Oncologici in difficoltà: mancano i trasporti a Taranto
Nel capoluogo ionico, numerosi malati di tumore si trovano in grave difficoltà nel raggiungere l’ospedale San Giuseppe Moscati per le cure. “È inaccettabile che si rinunci alla chemioterapia per mancanza di mezzi”, dichiara Renato Perrini, che rilancia la proposta – avanzata già nel 2019 – per un servizio navette gratuito.
Il consigliere racconta il caso di una donna, madre di due minori e con un marito malato, che non riesce a organizzare autonomamente gli spostamenti per i trattamenti oncologici. Una situazione che, secondo Perrini, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un disagio più ampio nella sanità pugliese.
Appello alle istituzioni e proposta di un piano integrato
La richiesta non si limita all’attivazione delle navette: Perrini propone anche il finanziamento stabile delle associazioni di volontariato che già offrono supporto logistico. “Bisogna lavorare a ogni livello istituzionale, coinvolgendo anche il nuovo sindaco“, afferma.
Il consigliere torna inoltre a interrogare la Regione Puglia sullo stato dell’ospedale San Cataldo, il cui cantiere è fermo dal 2015: “Voglio capire perché i lavori siano ancora bloccati. Aprire quella struttura è fondamentale per migliorare il sistema sanitario del territorio”.
Prospettive e iniziative in corso
La vicenda di Taranto mette in luce una criticità persistente nel sistema di assistenza sanitaria del Sud Italia. La richiesta di attivazione del trasporto sanitario gratuito potrebbe essere una misura tampone urgente, in attesa di soluzioni strutturali come il completamento del nuovo polo ospedaliero.
Intanto, Perrini annuncia un’interrogazione urgente in Consiglio Regionale per accelerare l’iter. Le associazioni locali, intanto, rinnovano l’appello alla solidarietà attraverso canali come il Tribunale per i diritti del malato e le reti civiche di supporto.