Il deficit regionale sulla sanità divide la maggioranza: PD contro Amati

Il Partito Democratico digrigna i denti allo scopo di difendere l’operato della giunta Emiliano e di rilanciare l’immagine, assai appannata ultimamente, dell’intera coalizione di centrosinistra, fra sedute continuamente rinviate per mancanza del numero legale e questioni scottanti che non trovano una soluzione, risultando destabilizzanti anche in vista delle imminenti Regionali.
Lo fa sia difendendo sia attaccando, poiché l’assessore alla Sanità è un esponente del PD, Raffaele Piemontese, mentre a quello al Bilancio, Fabiano Amati, s’imputa, abbastanza direttamente, un allarmismo ingiustificato sui conti del sistema sanitario, quantunque il dato sul deficit sanitario registrato per il 2023, 300 milioni, sia inoppugnabile.
Amati non tiene conto, sostiene il segretario regionale del PD Domenico De Santis, non solo del fatto che la situazione deficitaria in sanità sia pressoché generalizzata nelle varie regioni, ma anche del fatto che la Puglia si sia costruita negli ultimi anni una reputazione importante risultando, a dispetto dei minori fondi di ripartizione del Fondo sanitario nazionale che riceve in rapporto alla popolazione rispetto a regioni che hanno un numero di residenti simile, l’11esimo ente regionale in merito al rispetto dei Livelli essenziali di assistenza ed il primo del sud Italia.
I responsabili della situazione, affermano presso la segreteria del PD, andrebbero semmai rintracciati nel Governo centrale, che professa un’idea di welfare state come ormai del tutto residuale, non sostenendo adeguatamente la spesa pubblica in sanità e assistenza. L’invito, abbastanza diretto, è quindi quello di fare squadra invece di alimentare ulteriori polemiche interne, tanto più che motivi di frizione nell’ultimo periodo non sono assolutamente mancati nella maggioranza regionale, a partire dalla frattura fra il governatore e la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, nata a seguito di una correzione apportata dall’Ufficio di presidenza al verbale relativo all’approvazione della Legge di Bilancio dello scorso dicembre, che ha spinto Emiliano a tutelarsi con un esposto alla Procura di Bari.
C’è poi la questione dell’incandidabilità alle Regionali dei sindaci che non si siano dimessi sei mesi prima delle stesse, frutto di un emendamento proposto dal centrodestra ma approvato a scrutinio segreto anche con l’apporto di diversi consiglieri di maggioranza, che il PD vuole assolutamente rimuovere in tempo per il ritorno alle urne.
Ma quell’approvazione, e la collaborazione prestata da alcuni consiglieri di centrosinistra, erano il risultato delle rivalità interne proprio in vista delle Regionali: molti consiglieri vedono infatti i sindaci più rappresentativi come potenziali rivali per la loro rielezione. Ecco che allora si sta provando, con un ricorso alla Consulta, ad evitare il ridimensionamento del numero dei consiglieri da 50 a 40, effetto della riduzione del numero degli abitanti della Puglia, sceso sotto la soglia dei 4 milioni.
Perché alla fine, lo scranno e la sua conservazione sono la sola variabile indipendente. E trasversale.