Il barbaro omicidio di S.Giovanni Rotondo: sarà lutto cittadino il giorno dei funerali di Rachele Corvino
Il sindaco della cittadina garganica, Michele Crisetti, sottolineando “il momento di profondo dolore dell’intera comunità cittadina e la vicinanza alla famiglia dell’anziana, ai suoi due figli Emanuela e Salvatore”, ha stabilito che sia fissato il giorno cittadino il giono delle esequie di Rachele Corvino, 81enne di San Giovanni Rotondo Rachele Covino, aggredita ed uccisa in casa sua da un 43enne del posto, Fabio Carinci. Il funerale sarà fissato però non prima che venga effettuata l’autopsia sul corpo della donna, necessaria per determinare come sia stata uccisa.
Lo sgomento che ha suscitato, anche fuori dalla Puglia, l’accaduto, non è dovuto solamente al fatto in sé, ma si spiega anche con quanto accaduto nei minuti precedenti l’efferato delitto e in quelli successivi.
L’uomo, che a quanto pare non aveva precedenti penali o segnalazioni di alcun tipo, prima di giungere in via Sergente Padovano, dove risiedeva la signora Rachele, ha terrorizzato per mezz’ora il vicinato, minacciando chiunque avesse la sventura di incrociarlo, colpendo violentemente oggetti e automobili parcheggiate, ed anche provando ad entrare in un’abitazione, dalla quale era stato respinto dai proprietari.
Le chiamate al 112 effettuate da alcuni residenti non sono tuttavia servite ad evitare che accadesse l’irreparabile: Carinci è entrato con la forza nell’abitazione dell’anziana, la quale peraltro in quel momento era sola in casa, l’ha forse prima strangolata e poi gettata addosso ad un mobile oppure colpita con un oggetto contundente, lo stabilirà appunto l’esame autopitico, e poi è uscito dall’abitazione completamente nudo, continuando a dare in escandescenze, rendendo difficile anche agli agenti del locale commissariato dei Carabinieri riuscire a bloccarlo. Carinci è attualmente ricoverato e piantonato presso il reparto di Psichiatria dell’ospedale di San Severo.
Quello che resta in queste circostanze è un senso di impotenza, oltre che di dolore rispetto al terrore che si immagina abbia accompagnato questa donna al cospetto del suo assassino e di partecipazione, rispetto al terribile lutto che ha colpito i suoi cari. L’impotenza nasce principalmente dal constatare come fatti del genere possano accadere dovunque, in qualsiasi momento, e che persone qualsiasi possano essere le vittime di azioni che certamente rientrano nell’ambito della follia criminale.
Rispetto ad essa, per cercare di prevenire o di evitare le sue manifestazioni più cruente ed efferate, occorre investire il più possibile su servizi di salute mentale che intercettino un disagio che a volte può restare del tutto latente, ma che il più delle volte dà segnali della sua presenza. Tutti siamo chiamati a fare da sentinelle rispetto a situazioni potenzialmente esplosive.