Scoperta evasione da 140mila euro a Taranto
Evasione fiscale a Taranto: un vero e proprio “buco” nell’acqua. La Guardia di Finanza di Taranto ha gettato la rete e pescato un grande pesce nell’economia del mare: una ditta che, sotto la facciata di innocue gite in barca, nascondeva ricavi per oltre 140 mila euro non dichiarati al fisco.
In profondità con l’inchiesta
Le Fiamme Gialle del gruppo di Taranto, in un’intelligente azione di controllo, hanno individuato irregolarità fiscali in un’impresa operante nel settore del trasporto marittimo ricreativo. L’operazione si inserisce in un più ampio tentativo di contrastare l’evasione fiscale che affligge vari settori economici della regione, con un occhio di riguardo verso le attività legate al turismo marittimo.
La ditta in questione, formalmente registrata come entità “no profit“, si è rivelata molto “profittevole” per i suoi gestori, organizzando escursioni estive senza rendicontare adeguatamente i guadagni. Dal 2020 al 2023, l’omissione di dichiarazione di ricavi e un’evasione dell’I.V.A. per oltre 31 mila euro hanno delineato un quadro di illegalità.
Impatto sull’economia locale
L’evasione fiscale a Taranto non è solo un problema di numeri, ma un vero ostacolo allo sviluppo sostenibile del territorio. Queste pratiche scorrette distorcono la concorrenza e penalizzano i cittadini onesti, sottraendo risorse che potrebbero essere investite in servizi pubblici essenziali.
Prospettive future
L’inchiesta apre la strada a riflessioni più ampie sulla necessità di un controllo fiscale più capillare e su misure efficaci per prevenire l’evasione fiscale in settori chiave come quello marittimo, vitale per l’economia di Taranto e dell’intera Puglia.