Pasqua sempre più povera per molte famiglie pugliesi, cammino nel contrasto alle povertà
Pasqua sempre più povera per molte famiglie pugliesi, cammino nel contrasto alle povertà In Puglia un cittadino su due è in una condizione di grave deprivazione. Una realtà segnata da fragilità e precarietà, nella quale si dipana silente ma prezioso il paziente lavoro della Caritas pugliese, storicamente utile e negli ultimi anni, ancor più essenziale per fronteggiare l’avanzata delle povertà.
In Puglia nel 2024 le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2023), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui.
I pensionati sono oltre 500 mila. Di questi, quasi la metà percepisce una pensione da fame pari a 500 euro mensili, mentre l’80% non supera i 1.000 euro mensili.
Dal 2000 ad oggi, il potere d’acquisto di chi percepisce una pensione medio/-bassa, è calato del 49,3%, e la situazione è destinata a peggiorare se si considerano gli effetti dell’inflazione e delle ripercussioni del conflitto russo-ucraino.
Le pensioni italiane sono tra le più basse d’Europa, e quelle sottoposte alla maggiore pressione fiscale, dall’altro il costo della vita continua ad aumentare inesorabilmente, senza che a ciò corrisponda un incremento del reddito netto percepito dai pensionati.
Tale situazione, ha portato ad un dimezzamento del potere d’acquisto negli ultimi 20 anni, e rischia di far entrare a breve centinaia di migliaia di anziani e giovani nella fascia di povertà.
La frequenza al banco alimentare della Caritas, ma anche alla sua mensa, ne sono il plastico indicatore.
La rete Caritas è un presidio fondamentale nel contrasto alle povertà, ancor più per l’adozione di modelli che vanno oltre l’assistenzialismo, per privilegiare invece lo sviluppo integrale della persona, nel solco di un metodo che può rivelarsi utile anche sotto il profilo istituzionale.
La Pasqua 2024 non ha fatto registrare il pienone negli esercizi commerciali di vendita di beni di prima necessità. Tutt’altro. Fanno eccezione i forni, dove almeno il pane trova conforto.
Tutti dobbiamo sentirci sconfitti di fronte a un milione di persone in condizione di indigenza, costretti a rinunciare a tante opportunità di crescita, di salute, di integrazione sociale, e il cui futuro sarà indubbiamente compromesso.
Il lavoro a tempo parziale, così come il lavoro precario o le basse retribuzioni, le ripercussioni della guerra, possono essere alla base di alcune condizioni di povertà.
Si auspica che i governanti sappiano assumere adeguati strumenti legislativi per contrastare questo nuovo fenomeno che è in crescita e che ci inquieta e ci interroga.
Urge combattere le povertà e ridare dignità alle persone attraverso il lavoro. Auspichiamo che il Governo di concerto con il Parlamento, adotti misure utili alla veloce ripresa del Paese.