Ampliamento Bradanico-Salentina e messa in sicurezza della Statale 100 escluse dal contratto di programma 2021-2025
Dopo un gran discutere nel nostro territorio da parte di amministrazioni pubbliche, politici e società civile, è giunta l’ufficializzazione che il Ministero delle Infrastrutture non ha inserito l’ampliamento a due carreggiate della Bradanico-Salentina, e neanche la messa in sicurezza della Statale 100, fra le opere finanziabili con priorità nel quinquennio 2021-2025.
Non lo ha fatto, a dire dei parlamentari di maggioranza nel governo nazionale ma anche dei consiglieri d’opposizione a livello regionale, semplicemente attenendosi alle indicazioni di priorità fornite dalla regione Puglia, sulla cui base (così come su quelle fornite da ogni Regione per i rispettivi ambiti territoriali) è stato steso il contratto di programma 2021-2025 dal Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.
Se è vero che, sulla spinta delle mobilitazione dei territori, l’assessorato ai Trasporti della Regione, guidato da Anita Maurodinoia, ha chiesto recentemente al ministero competente una revisione dell’indirizzo precedentemente fornito, adottando per la Bradanico-Salentina (la strada che collega Taranto con Lecce) una categoria di tipo B (due corsie per carreggiata) invece che di tipo C (doppia corsia e unica carreggiata) e sebbene gli stessi enti comunali coinvolti dal tracciato dell’arteria fra San Pancrazio salentino e Lecce, abbiano chiesto e ottenuto da Anas un rinvio della Conferenza dei servizi al prossimo 14 aprile, nella speranza di essere prima convocati dal Ministero dei Trasporti per perorare personalmente la causa della revisione del progetto originario, non sono giunte in tal senso delle novità.
Ma soprattutto, è proprio l’approvazione del Contratto di programma 2021-2025 a rappresentare una “pietra tombale” sulle prospettive immediate di revisione della progettazione dell’opera. E dal momento che il rischio dell’inerzia e dell’attesa sarebbe quello di perdere i finanziamenti stanziati, quelli sì, per la messa in sicurezza della Statale 7Ter e che prevedono, per il tratto fra San Pancrazio Salentino e Lecce così come per quello fra Manduria e Grottaglie, il semplice ammodernamento della via esistente attualmente, con la costruzione di circonvallazioni atte ad aggirare il passaggio dai tanti centri abitati, è facile pensare che, nella prossima Conferenza dei servizi con Anas, gli amministratori dei comuni salentini saranno in un certo senso obbligati a scegliere uno fra i tre tracciati proposti.
E se la Statale 7ter sarà poi realizzata seguendo questa linea di compromesso, viene difficile pensare che si possano in futuro aprire nuove possibilità per una sua radicale riconversione.
Un discorso molto simile vale per la Statale 100, sede anche recentissimamente di tragici incidenti stradali, l’ultimo dei quali è costato la vita a tre giovani calabresi, domenica 17 marzo. Il tratto indiziato è sempre quello che congiunge Taranto con Mottola, privo di spartitraffico a dispetto della grande mole di veicoli che lo percorre e delle sue criticità strutturali.
Sul fronte del centro-sinistra, rovesciando di fatto la narrazione che della vicenda fornisce il centro-destra, è l’onorevole Rocco Pagano ad addebitare la mancanza di impegni da parte del governo ad intervenire sulla messa in sicurezza dell’opera con la sua intenzione di dirottare i finanziamenti disponibili sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, annunciando la messa in atto di clamorose azioni di protesta: “ora Anas e Governo si prendano le proprie responsabilità di fronte al territorio: per parte nostra siamo pronti a occupare la Statale perché i morti su quella strada poco sicura non si contano più“.
Fra gli interventi immediatamente realizzabili, l’Accordo di programma del Cipess ha invece inserito un’altra opera che riguarda la Puglia, il collegamento fra la Statale 16 bis ed il porto di Molfetta.