Pancrazio Carrino conferma: Volevo uccidere la pm Carmen Ruggiero nel corso di un interrogatorio
L’operazione anti mafia “The Wolf”, il cui processo si sta svolgendo nell’aula bunker della Corte d’Appello del Tribunale di Lecce, ha avuto pochi giorni fa, nell’escussione di uno dei 32 indagati facenti parte del gruppo malavitoso Lamendola-Cantanna, la conferma di una rivelazione a dir poco scioccante.
Il 41 enne, originario di San Pancrazio S.no Pancrazio Carrino, alias “Stellina”, collegato dal carcere di Terni, nell’udienza presieduta dal giudice Alcide Maritati ha confermato di aver ordito l’uccisione del pubblico ministero Carmen Ruggiero nel corso di un interrogatorio svoltosi nel carcere di Lecce il 3 agosto 2023, a meno di un mese dal blitz che lo aveva privato della libertà.
Il motivo per il quale egli voleva compiere l’inaudito atto criminoso non era però legato alle vicende criminose che riguardano l’operazione contro il clan della SCU al quale sarebbe stato affiliato, e rispetto alle quali aveva iniziato a riconoscere le proprie responsabilità in un primo interrogatorio del 31 luglio, facendo anche nomi di altri esponenti del clan.
Il motivo consisteva invece in un particolare presente negli atti processuali, quello di aver drogato e violentato una donna, accusa dalla quale si diceva estraneo e che gli avrebbe fatto nascere un’inaudita sete di vendetta. Venuto a conoscenza di questo ulteriore addebito nei suoi confronti, infatti, Carrino avrebbe maturato l’idea di eliminare la pm Ruggiero nel corso di un ulteriore interrogatorio, chiesto con la scusa di dover continuare la propria collaborazione iniziata in quello del 31 luglio.
Il piano omicidiario
La mattina Carrino staccò un pezzo di ceramica dal water della sua cella di isolamento, lo infilò in un pezzo di plastica e poi lo nascose nel suo retto, al fine di eludere la perquisizione alla quale sarebbe stato sottoposto prima di sostenere l’interrogatorio. L’obiettivo era quello di utilizzarlo per tagliare la gola al pm Ruggiero. Ad un certo punto dell’interrogatorio, Carrino chiede di andare in bagno e la richiesta insospettisce la polizia penitenziaria ed il tenente della compagnia di San Vito dei Normanni, Alberto Bruno, responsabile dell’operazione anti mafia. Questi lo attese al suo rientro e lo bloccò provvidenzialmente prima che potesse agire.
L’ammissione sfrontata di Carrino
“Ero seduto davanti al pm e tenevo sotto controllo il tenente per capire se mi trovavo ad una distanza sufficiente per poter agire contro il pm tagliandole la giugulare senza essere bloccato. Se quel giorno fossi stato lucido come lo sono adesso, Carmen Ruggiero sarebbe già storia”. Queste parola Carrino le pronunciò in un interrogatorio sostenuto nel carcere di Terni il 23 ottobre dello scorso anno, e nella seduta di mercoledì, in videoconferenza, le ha testualmente confermate.
La pm Ruggiero ed il gip Maria Francesca Mariano, responsabili delle indagini sul caso, sono entrambe sotto scorta. Il gip, lo scorso 1 febbraio, è stata raggiunta da un grave atto intimidatorio sotto forma di una testa di agnello trafitta da un coltello lasciato sull’uscio della sua abitazione, accompagnato da un allusivo cartello con su scritto “Così”.
Il processo
Tutti e 32 gli indagati, facenti parte essenzialmente della provincia di Brindisi, hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Proprio per Pancrazio Carrino la richiesta è condizionata dall’ascolto di due testimoni.