I danni dei vaccini covid e le terapie possibili al centro di un riuscitissimo convegno di divulgazione medico-scientifica a Lequile.

Il bel chiostro di palazzo “Andrioli”, sede del Comune di Lequile, paese confinante con Lecce, gremito molto oltre ogni ordine di posto, con tantissime persone costrette a restare in piedi ha ospitato, nel pomeriggio di sabato 13 gennaio, un convegno di divulgazione medica sugli effetti avversi dei vaccini Covid e sulle terapie a disposizione per alleviarli, felicemente intitolato “Curarsi dalle cure”.
Un convegno seguitissimo e partecipato, a carattere divulgativo, con relatori qualificati che hanno saputo portare, all’attenzione di un pubblico attento, concetti di carattere medico-sanitario, basati sull’osservazione diretta, tanto della sindrome da Corona virus quanto sull’efficacia e sugli effetti dei controversi farmaci, che una medicina da regime ha voluto far passare come unica ancora di salvezza nel periodo ’20-’22. Le cose non stavano così, neppure se i cosiddetti vaccini (il termine, se riferito a questi prodotti, è assai controverso) non avessero comportato da soli il doppio degli effetti avversi registrati da tutti i vaccini finora utilizzati messi assieme.
Il primo intervento è stato quello del sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà, che ha prima chiesto un minuto di silenzio in memoria delle vittime del Covid e ha poi raccontato come la sua scelta di patrocinare ufficialmente il convegno, sia stato molto criticata in alcuni ambienti, in quanto si sarebbe trattato di un convegno privo di contraddittorio. Come se i mezzi di informazione ufficiali, in questi quattro anni, diciamo noi, avessero offerto molte opportunità di reale contraddittorio, come se su tutta la discussione non gravasse, fin dall’inizio, un insopportabile clima di grigio conformismo.
Ma andiamo avanti. Ha preso poi la parola Anna Maria Calzavara, pneumologa presso il Forlanini di Roma, venuta appositamente dopo aver saputo del convegno. La Dottoressa si è soffermata poco sulla questione pandemica, pur condividendo l’impianto di critica della manifestazione in generale, ed ha offerto piuttosto una dissertazione sugli organi deputati alla respirazione, sulle buone pratiche per sostenerla, e sull’aspetto legato alla sana alimentazione, essendo ella, anche, un medico olistico.
E’ stata poi la volta di Agostino Ciucci, dirigente medico dell’ospedale V.Fazzi. Egli ha subito chiarito come le critiche all’iniziativa siano nate dal titolo scelto. Ma i farmaci hanno tutti effetti collaterali e questi, ha aggiunto, sono stati somministrati indifferentemente a tutta la popolazione.
Per comprendere gli effetti avversi è necessario studiare i meccanismi di azione, perché è su questi che, a sua volta, sono state tarate le terapie in grado di ridurne la nocività.
Innanzitutto, le cure per la Covid19: per aver usato Ivermectina, Idrossiclorochina, vitamina D e antinfiammatori, fin dal marzo 2020, il dottor Ciucci si è sentito dare dello “stregone” dai suoi colleghi. Ma negare la bontà di questo approccio terapeutico, concretamente efficace se somministrato correttamente, è stato il gesto più vigliacco che i decisori tecino-politici, a livello internazionale, potessero fare.
IL FUNZIONAMENTO DELLA PIATTAFORMA A M-RNA
Il Vaers, il sistema raccolta dati degli effetti avversi statunitense, che funziona un po’ meglio del nostro ma non è privo di difetti, ha raccolto 2,5 milioni di segnalazioni di effetti avversi, con più di 40 mila decessi direttamente collegati ai vaccini a M-rna. Tale dato doveva indurre a sospenderne l’utilizzo. Essi si basano su un elemento soprattutto, la famigerata proteina “Spike”, presente tanto nel virus quanto in questi farmaci genici, poiché insegnano al nostro organismo come produrla, al fine, secondo i suoi ideatori, di saperla riconoscere quando la incontrino davvero.
Essa si lega ad un recettore, un enzima, chiamato “ace 2“, favorendo un danno cellulare con la produzione di radicali liberi, ai danni della catena mitocondriale. Inoltre essi, sregolando il rapporto fra i recettori ace e gli ace 2, provocano la deleteria “tempesta citochinica”, l’infiammazione di molti organi interni.
Come mai accade questo? L’ M-rna del vaccino è stato modificato per renderlo più stabile, al fine di fargli produrre più proteina “Spike”, con la sostituzione dell’uridina con la pseudouridina. Così facendo, tuttavia, è accaduto che le Spike, invece di restare nel luogo di inoculo, nel deltoide, e poi disgregarsi in pochi giorni, almeno in tutti i pazienti con effetti avversi, siano andate in circolo in tutto l’organismo. Oltre a questa proteina, anche le particello nanolipidiche utilizzate per “confezionare” il vaccino si sono dimostrate tossiche per il nostro organismo.
L’OSSERVAZIONE CLINICA
In Pronto Soccorso, dove Ciucci lavora, ha stimato ad esempio un aumento negli anziani delle sepsi, un’infezione che provoca danni a vari organi, perché i cosiddetti vaccini hanno causato un’alterazione della risposta immunitaria, tanto più che gli anziani sono i soggetti tendenzialmente sottoposti a ulteriori dosi. Solo che, ha specificato il dottore, egli non è stato autorizzato dalla direzione ospedaliera a misurare la reale incidenza delle varie patologie osservate.
Con una battuta polemica, accolta da un fragoroso applauso del pubblico, il Dottore ha concluso impeccabilmente: i medici che affermano che le patologie riscontrate (miocarditi, pericarditi, danni all’apparato riproduttivo, risveglio o slatentizzazione di neoplasie, paralisi di Bell, sindrome di Guillame Barrè, infarti o ictus cerebrali ecc.) possano essere gli effetti dell’azione del virus, dovrebbero spiegare a cosa sarebbero allora dovute servire le dosi ripetute alle quali le persone, sane, sono state chiamate.
Con l’intervento del Dottor Fiorenzo Carlino, la discussione si è spostata maggiormente sull’ambito dei rimedi possibili per questi danni. Ma Carlino ha voluto innanzitutto chiarire come sia ingenuo meravigliarsi della non imparzialità delle case farmaceutiche, poiché esse agiscono solo e soltanto come entità a scopo di lucro. Come a dire: laddove i loro scopi facciano anche il bene del paziente, è un discorso e siamo tutti contenti. In altri casi, non occorre meravigliarsi di tanta spregiudicatezza.
Solo ora Pfizer ammette che questi farmaci fossero sperimentali, giustificandosi con la bugia che la sperimentazione fosse a sua volta necessaria perché eravamo in presenza di una malattia che non rispondeva ad alcuna terapia. Falso: la terapia era nota, ed efficace, fin dall’epidemia di SARS del 2003, basata sullo stesso agente infettivo, sebbene meno potente. E quindi: antibiotici come l’azitromicina, anti infiammatori somministrati nei primissimi giorni, antivirali, fra i quali l’ivermectina, che certi “commediografi” hanno fatto passare per un anti-parassitario ad uso esclusivo dei cavalli: la differenza la fa la quantità, come chi è onesto dovrebbe riconoscere.
LE TERAPIE DISINTOSSICANTI
Oltre all’ivermectina, (che va bene per curare anche gli effetti avversi e andrebbe assunta nel seguente modo (0,3 milligrammi per ogni kg di peso corporeo, per due o tre mesi) hanno mostrato di funzionare:
- il digiuno intermittente o giornaliero periodico, perché si blocca il sostentamento delle citochine
- moderazione dell’attività fisica, per evitare ulteriore stress
- la Nettochinasi, da assumere per due mesi
- la Bromelina, ovvero la vecchia ananase, un integratore anti infiammatorio
E’ stata poi la volta del Dottor Marco D’Elia, un habitue delle manifestazioni contro il green pass e gli obblighi vaccinali, medico ortopedico in pensione. Ha esordito ricordando come il virus sia un prodotto ingegnerizzato, prodotto dai laboratori cinesi su finanziamenti americani, all’interno del sistema di ricerca denominato “gain of function”, il guadagno di funzione, la creazione di virus da laboratorio allo scopo di produrre terapie farmacologiche con le quali fare lucrosi affari sulla salute delle persone, come ha spiegato lo studioso italo-americano Joseph Tritto.
“Qui ci sono tre medici (quelli leccesi, n.d.r) che hanno curato e si sono curati, come ho dovuto fare io quando mi sono ammalato gravemente, solo con i farmaci trazionali”, ha dichiarato.
Quelli che sono spacciati per vaccini sono in realtà degli anti-vaccini. Non solo espongono a rischi seri per la salute, ma sono incapaci di conferire immunità, e non proteggono dalla malattia severa, a differenza di quanto si dica. Prova ne sia il fatto che l’Istituto Superiore di Sanità, per cercare di camuffare i dati impietosi sui ricoverati nelle terapie intensive, considera ormai come “non vaccinati” anche coloro i quali si siano fermati alla terza dose. Diverso sarebbe stato il discorso se si fosse trattato di vaccini tradizionali, a virus inattivato, fermo restando la libertà di scelta.
D’Elia ha infine ricordato il prezioso protocollo di cura, a firma Ciucci-Gattinoni, basato sulla cosiddetta ipossia-permissiva, che in parole povere consiste nell’evitare, come invece si è fatto, nel momento in cui la saturazione di un paziente si abbassi troppo, di infondergli molto ossigeno, giacché i danni sono più dei benefici.
Ha chiuso la serie degli interventi programmati, intervallati da valutazioni e domande del pubblico, l’intervento della psicoterapeuta Tiziana Dell’Anna. La professionista ha fornito un punto di vista particolare, quello della sua professione, sulla vicenda Covid. Il clima di allarme sociale infuso dai mezzi di comunicazione a piene mani, ha avuto il solo risultato di far riammalare gravemente di ipocondria persone che aveva in cura e che ne stavano uscendo. Una celebrazione come quella della sfilata in Bergamo dei mezzi militari carichi di bare, non aveva altro scopo che quello di diffondere angoscia ed ansia nella popolazione, per ottenere da essa cieca obbedienza verso i diktat sanitari.
Infine, ma non per ordine di importanza, come si dice, la cattiveria inaudita nel non consentire ai parenti delle vittime morte in ospedale, che fossero anche solo risultate positive al tampone, di avere la possibilità per congedarsi dai loro cari. Ecco, qui entra la dimensione del dolore autentico, quello riguardante l’elaborazione del lutto, materia fra le più frequenti per ogni terapeuta della salute mentale. Su questa privazione, su questo divieto, si spalanca l’inconcepibile abisso del Male sul quale qualche mente sadica ha pensato di poter sacrificare l’Umanità ed i nostri valori più autentici.
Il perché ce lo riveleranno mai?




