La proroga delle licenze agli ambulanti infiamma la dialettica politica e fra le parti sociali.
Assieme alla vicenda della proroga delle licenze balneari, di cui abbiamo dato conto in un articolo della scorsa settimana, c’è un’altra questione, collegata, che tiene banco nel dibattito politico, dopo il richiamo fermo da parte di Sergio Mattarella nei confronti del governo: quella del rinnovo delle licenze dei venditori ambulanti. Il Presidente della Repubblica, pur controfirmando la legge annuale per il Mercato e la Concorrenza, in quanto misura necessaria ad ottenere i finanziamenti del PNRR, ha inviato una nota alla Presidente del Consiglio e a quelli di Camera e Senato affinché si impegnino a promuovere una legge organica sulla materia, non in contrasto con il “diritto europeo”.
Entrambe le questioni riguardano da vicino migliaia fra imprenditori e piccoli commercianti, anche a livello della nostra regione, e le critiche che arrivano dal Colle ripropongono plasticamente la distanza fra le posizioni in campo, a livello politico e istituzionale, e le rispettive affiliazioni: da una parte un partito come la Lega che, scesa di molto nei consensi dopo la sbornia salviniana del biennio, 2017-2018, prova a riacquistare terreno in vista delle Europee proponendosi di nuovo come movimento para-sovranista, a difesa del lavoro e dei diritti acquisiti dagli italiani impiegati in questi settori produttivi, contro l’intromissione del diritto comunitario nelle questioni nazionali; dall’altra, Mattarella e i partiti più europeisti, dal PD ai partitini del centro liberale, che attribuiscono al diritto comunitario, espressosi già con una procedura d’infrazione sull’operato del Governo, potestà di etero-determinare le questioni nazionali.
In mezzo, costretti a mediare per non incappare in una maxi sanzione per violazione della “direttiva Bolkestein”, ma anche preoccupati dalla possibilità di lasciare alle Lega campo aperto a destra, il partito di Giorgia Meloni e Forza Italia.
Fra i rilievi della Presidenza della Repubblica c’è sostanzialmente il fatto che criteri di assegnazione delle licenze tesi che assicurino la continuità delle concessioni per un periodo di 10 anni, e che consentano poi annualmente nuove proroghe annuali, compromettano la possibilità del ricambio e della libera possibilità per tutti di concorrere alle stesse.
Sull’altro fronte, oltre alla Lega, si registrano la posizione netta di Assobalneari, sorpresa del fatto che, con tutti i problemi che deve affrontare il Paese, afferma, Mattarella trovi il tempo per parlare delle concessioni del commercio ambulante, che di fatto sarebbero un non-problema.
Effettivamente, davanti ad un commercio che sfruttando la pervasività delle tantissime pagine web offre qualcosa che esaspera oltremodo la stessa libera concorrenza, crediamo che il problema dei venditori ambulanti consista, più che altro, nelle problematiche che esso arreca al traffico, o al decoro urbano, piuttosto che a surreali allarmi di tipo “monopolistico” nel commercio. Come si fa a parlare di tale rischio in un’economia che, rispetto a quella di pochi decenni fa, con le stesse domeniche fagocitate dalle aperture liberalizzate anche della grande distribuzione, incarna la quinta essenza del mercato sopra ogni cosa?