Sciopero dei medici: Azione chiede migliori stipendi e riforme organizzative per la sanità pubblica
Il personale medico ospedaliero ha dichiarato uno sciopero, sostenuto da Azione, con richieste chiare: stipendi più alti in linea con gli standard europei e una riforma organizzativa che miri a migliorare l’efficienza della spesa e dell’organizzazione sanitaria.
Il Consigliere e commissario regionale di Azione, Fabiano Amati, insieme ai Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, ha espresso il sostegno a questa iniziativa, mettendo in luce la necessità di affrontare le sfide organizzative e di gestione nella sanità pubblica.
“La sanità pubblica non può essere riformata con semplici chiacchiere; è necessario investire in stipendi competitivi per i professionisti, organizzare con competenza e ridurre gli sprechi. Solo in questo modo si può pretendere l’applicazione di nuovi criteri di lavoro innovativi e manageriali”, hanno dichiarato i rappresentanti di Azione.
Oltre alle sfide nazionali, come la necessità di maggiori risorse e cambiamenti nei percorsi di studio, il focus è posto sulla realtà regionale. Gli esponenti di Azione ritengono che gran parte dei problemi affrontati riguardi l’organizzazione interna, la qualità dei manager e l’efficienza della spesa in ciascuna regione.
Azione sottolinea l’importanza di un approccio riformatore supportato dall’entusiasmo del personale sanitario, ma evidenzia che tale entusiasmo è difficile da ottenere se gli stipendi rimangono tra i più bassi in Europa. L’aumento salariale diventa quindi una precondizione per qualsiasi riforma di successo.
Senza un adeguato aumento degli stipendi, sostengono, molte iniziative rischiano il fallimento, tra cui l’AziendaZero, un modello organizzativo basato sull’efficiente utilizzo delle risorse umane e sulla gestione ottimale di beni e servizi. Gli esponenti di Azione enfatizzano che senza un incremento salariale, progetti come la sospensione dell’attività a pagamento in caso di disallineamento dei tempi d’attesa, il supporto per il CUP unico regionale e altre iniziative volte a migliorare la qualità del servizio sanitario saranno difficili da attuare.
In conclusione, Azione ritiene che senza un adeguato aumento degli stipendi, il datore di lavoro nel settore della sanità pubblica non sarà credibile agli occhi del personale, impedendo la collaborazione necessaria per riformare un sistema che deve essere risolto per il bene della salute pubblica.