Regione Puglia – la questione degli educatori e pedagogisti
Il Consigliere della Regione Puglia Antonio Scalera, solleva la questione degli educatori e pedagogisti
Antonio Scalera, consigliere della Regione Puglia, ha sollevato una questione di fondamentale importanza riguardante il riconoscimento delle figure degli educatori professionali socio-pedagogici e dei pedagogisti nelle strutture riabilitative e sanitarie. La richiesta di revisione e aggiornamento dell’articolo 46 del Regolamento Regionale Puglia n. 4 del 18 gennaio 2007 è stata indirizzata al Presidente della III° Commissione Assistenza Sanitaria e Servizi Sociali, Dott. Mauro Vizzino.
La questione è stata portata all’attenzione di Scalera dall’Associazione dei Pedagogisti ed Educatori Italiani. Attualmente, l’articolo 46 del Regolamento riconosce solo agli educatori professionali socio-sanitari la facoltà di prestare attività lavorativa presso le strutture riabilitative e sanitarie. Tuttavia, questa norma non tiene conto di quanto previsto dall’art. 594, comma 1, della Legge 205/2017, modificato dall’art. 1, comma 517, della Legge 145/2018, che ha esteso tale possibilità anche agli educatori professionali socio-pedagogici e ai pedagogisti, limitatamente alle loro competenze.
La mancata revisione dell’articolo 46 potrebbe mettere a rischio i posti di lavoro degli operatori socio-pedagogici e pedagogisti impiegati presso le strutture sanitarie. Inoltre, l’aggiornamento dell’articolo consentirebbe a queste figure professionali di partecipare ai bandi di concorso per le suddette entità, aprendo nuove opportunità di lavoro e sviluppo professionale.
Antonio Scalera ha annunciato che avrà presto un confronto con il Dott. Mauro Vizzino per concordare le azioni da intraprendere al fine di risolvere questa importante problematica. La revisione dell’articolo 46 rappresenterebbe un passo avanti significativo nel riconoscimento e nell’impiego delle competenze degli educatori professionali socio-pedagogici e dei pedagogisti nel settore sanitario e riabilitativo, contribuendo così a migliorare la qualità dell’assistenza fornita alle persone che ne hanno bisogno.