La crisi del siderurgico
La crisi del siderurgico e il fallimento delle politiche industriali: la reazione di PD e M5S
La crisi del settore siderurgico italiano, in particolare l’ex Ilva di Taranto, è un fallimento sempre più evidente delle politiche industriali del governo. Nonostante i proclami di vari esecutivi, compresi quelli dei Ministri Urso e Fitto, l’ex Ilva è sull’orlo del precipizio. La gestione della situazione da parte del Governo Meloni sembra carente di visione e idee chiare su come affrontare la questione di Taranto.
Il governo ha cercato di risolvere la questione con misure come il ripristino dello scudo penale e un prestito di 680 milioni di denaro pubblico. Abbinato a un riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per consentire il proseguimento dell’attività basata sul carbone per altri 12 anni. Questo approccio ha scaricato principalmente su ArcelorMittal la responsabilità della decarbonizzazione. Segnata una chiara inversione di rotta rispetto al ruolo centrale dello Stato nella pianificazione del futuro di Taranto.
Il 2023 è stato un anno disastroso per l’ex Ilva, con una produzione ai minimi storici, un debito e una precarietà crescente del lavoro. Oltre 5.000 lavoratori in cassa integrazione e un settore dell’indotto sempre più in difficoltà. La situazione si è ulteriormente complicata a causa delle tensioni tra il governo e ArcelorMittal sulla necessaria ricapitalizzazione per mantenere in funzione l’azienda. Senza un immediato finanziamento aggiuntivo di 320 milioni di euro, l’azienda non potrà garantire il pagamento delle forniture. Si rischia una nuova procedura di insolvenza.
La reazione dei partiti
Turco del M5s sostiene che il futuro dell’industria siderurgica debba passare attraverso una riconversione drastica e sostenibile della produzione. Abbandonare i combustibili fossili e chiudere le fonti inquinanti. Mantenere elevati livelli di inquinamento e finanziare costantemente un’attività non più economicamente sostenibile, con una struttura sovradimensionata, sembra non avere senso.
Sottolinea Urso: se l’industria siderurgica è veramente strategica per il Paese, è giunto il momento di affrontare la questione in modo serio. I problemi non possono essere risolti trasferendoli ad altri attori. È necessario prendere decisioni coraggiose e pianificare il futuro di Taranto in modo responsabile.
Il deputato Pagano del PD ha commentato il rifiuto da parte di ArcelorMittal del piano presentato dal Consiglio di Amministrazione. Sottolineando la necessità di un coinvolgimento più diretto dello Stato nell’azienda.
Anna Filippetti, Segretaria provinciale del PD di Taranto, ha criticato il Ministro Fitto per la gestione della vertenza dell’ex Ilva. Accusandolo di mancanza di trasparenza e responsabilità nella gestione di un interesse pubblico cruciale.
Il Consigliere regionale del PD Michele Mazzarano ha aggiunto che la fiducia nel ruolo di ArcelorMittal è stata un errore tragico sin dall’inizio e ha sottolineato la necessità di avviare la decarbonizzazione.
In questo contesto di incertezza e confusione, l’USB ha evidenziato che le operazioni di bonifica in corso procedono regolarmente e in anticipo rispetto ai tempi previsti, dimostrando coerenza e rispetto degli accordi stabiliti nel 2018. Tuttavia, la situazione generale rimane complessa, e il futuro dell’ex Ilva rimane incerto.