Taranto: sanzioni per carenze igieniche in ristorante cinese e arresti per immigrazione illegale
A Taranto, un’operazione della polizia ha portato alla luce gravi carenze igienico-sanitarie in un noto ristorante di cucina cinese nel centro della città. La titolare, una sessantenne di nazionalità cinese, assente durante il controllo, è stata sanzionata per quasi 2mila euro. Anche il personale della ASL ha imposto misure correttive, sanzionando la titolare per ulteriori 1.500 euro.
Taranto: sanzioni per carenze igieniche in ristorante cinese e arresti per immigrazione illegale
La vicenda igienico-sanitaria non è l’unico aspetto che ha attirato l’attenzione delle autorità. Un dipendente extracomunitario, sebbene in possesso di un regolare permesso di soggiorno, è risultato impiegato in modo irregolare, sollevando questioni di lavoro nero.
Taranto: sanzioni per carenze igieniche in ristorante cinese e arresti per immigrazione illegale
Parallelamente, la polizia ha effettuato arresti per questioni di immigrazione illegale. Un giovane di 29 anni, di nazionalità tunisina, è stato arrestato per essere rientrato in Italia prima del termine di un provvedimento di espulsione. Sbarcato a Lampedusa senza documenti, aveva fornito un cognome falso, rendendosi poi irreperibile.
Taranto: sanzioni per carenze igieniche in ristorante cinese e arresti per immigrazione illegale
In un’operazione correlata, un cittadino nigeriano di 27 anni è stato espulso per la mancanza di un valido titolo di soggiorno. Precedentemente coinvolto in attività criminali durante la sua permanenza in un C.A.R.A. a Bari, è stato trasferito in un Centro di Permanenza in attesa di rimpatrio.
Taranto: sanzioni per carenze igieniche in ristorante cinese e arresti per immigrazione illegale
Questi interventi a Taranto riflettono un impegno costante delle autorità nella tutela della salute pubblica e nella gestione dell’immigrazione. L’attenzione alle norme igienico-sanitarie e alle leggi sull’immigrazione si conferma essenziale per garantire sicurezza e legalità nella comunità.
Ambra Radaelli