Bancarotta Fraudolenta FSE da 230 Milioni di Euro. Per Fiorillo richiesti 12 anni di carcere
Il Tribunale penale di Bari è stato teatro di un’audizione cruciale che ha portato alla richiesta di condanne e sequestri in un caso di bancarotta fraudolenta di proporzioni immense. La società coinvolta è Fse, una società di trasporti pugliese, la cui gestione è stata oggetto di indagini e ora richiede una serie di condanne significative.
Il procuratore di Bari, Roberto Rossi, non ha esitato a definire questo caso come uno dei più grandi casi di bancarotta fraudolenta nel Sud Italia, e forse il più grande, poiché coinvolge una società con un capitale interamente pubblico.
Le richieste di condanne sono state presentate per tredici imputati, con pene che vanno da 3 a 12 anni di reclusione.Il periodo sotto esame va dal 2011 al 2015, quando l’azienda era sotto la guida di Luigi Fiorillo, l’amministratore delegato unico, per il quale è stata richiesta una pena di 12 anni. Secondo l’accusa, Fiorillo, insieme a consulenti, funzionari dell’azienda e imprenditori, avrebbe dirottato fondi, causando il collasso finanziario di Fse. Il procuratore Rossi ha affermato che l’azienda è stata utilizzata come un “bancomat” per oltre dieci anni.
Un altro imputato importante è l’avvocato Angelo Schiano, ritenuto “amministratore di fatto” dell’azienda, per il quale sono state richieste pene significative.
Oltre alle condanne, l’accusa ha anche chiesto il sequestro di ben mezzo miliardo di euro.L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza nel 2017 e ha rivelato che le condotte dei funzionari bancari hanno aggravato il debito di Fse concedendo finanziamenti, mantenendo linee di credito nonostante il dissesto finanziario e trascurando i controlli sulla destinazione dei fondi erogati.
Le parti civili coinvolte nel procedimento includono il Ministero dei Trasporti, la Regione Puglia, Ferrovie del Sud Est e Ferrovie dello Stato.I pubblici ministeri hanno affermato che Luigi Fiorillo ha agito contro gli interessi dell’azienda, causando uno “spolpamento” della società, anche quando era consapevole del suo stato finanziario precario.
Durante un’udienza precedente, Fiorillo aveva cercato di giustificare il ritardo dei trasferimenti del Ministero dei Trasporti e l’assenza di indicizzazione dei corrispettivi dovuti dalla Regione Puglia.Altri imputati, tra cui Fabrizio Romano Camilli, sono stati accusati di contribuire al danneggiamento patrimoniale di Fse attraverso vendite di prodotti petroliferi in violazione dei contratti.
L’udienza è stata caratterizzata da una grande mole di documentazione, con ben 900 pagine di memoria presentate dalla Procura. La discussione delle parti civili è prevista per il 24 novembre, mentre un imputato, Silvestro Demurtas, ha scelto il rito abbreviato, per il quale la Procura ha richiesto una pena di quattro anni di reclusione.
Questo caso di bancarotta fraudolenta getta luce su un presunto sfruttamento finanziario che ha colpito una società di trasporti pugliese con un capitale pubblico e ha portato a richieste di condanne significative e sequestri di notevole entità. La decisione finale spetta ora al Tribunale penale di Bari.
AC