CARCERI PUGLIESI ILLEGALI: UN APPELLO DEL SEGRETARIO NAZIONALE DEL SAPPE
Una sentenza storica del Tribunale di Lecce ha recentemente gettato luce sulla drammatica situazione delle carceri pugliesi e italiane, sollevando questioni cruciali riguardanti il rispetto della legge e dei diritti umani all’interno delle istituzioni penitenziarie. Federico Pilagatti, Segretario regionale del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha rilasciato un comunicato denunciando la grave violazione dei principi costituzionali e delle normative vigenti nel sistema carcerario.
Pilagatti afferma che se le carceri pugliesi (e italiane) fossero entità private, sarebbero state chiuse da tempo, poiché violano una serie di leggi, a cominciare dalla Costituzione italiana, passando per l’Ordinamento Penitenziario, il Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sui Luoghi di Lavoro, e persino contratti e accordi sindacali. Questa situazione paradossale è stata a lungo ignorata e tollerata, se non addirittura coperta, da istituzioni che dovrebbero invece garantire il rispetto delle leggi e dei diritti fondamentali.
La sentenza del Tribunale di Lecce ha riconosciuto che lo Stato italiano ha contribuito a causare la morte di uno dei suoi servitori, un poliziotto penitenziario, a causa dell’esposizione prolungata al fumo passivo delle sigarette dei detenuti. Il Tribunale ha condannato il governo a risarcire la moglie del defunto con un milione di euro. Questo è solo uno dei numerosi casi di gravi violazioni dei diritti umani e della salute dei lavoratori penitenziari all’interno delle carceri italiane.
Pilagatti critica aspramente l’assenza di reazioni ufficiali da parte delle autorità, in particolare la Presidente Meloni, che si è mostrata sensibile a numerose questioni sociali, ma sembra aver ignorato questo tragico episodio. Il SAPPE chiede che l’attenzione e la giustizia siano rivolte anche alle vittime delle carceri italiane, dove molti lavoratori e detenuti sono costretti a vivere in condizioni disumane.
Il Segretario regionale del SAPPE sostiene che le carceri pugliesi dovrebbero essere chiuse non solo in seguito a questa sentenza storica, ma anche perché violano sistematicamente numerosi principi fondamentali:
- La rieducazione dei detenuti è una realtà per una piccola parte di essi, mentre la maggioranza rimane esclusa da qualsiasi possibilità di riabilitazione.
- Il diritto alla salute in carcere è gravemente compromesso, specialmente per i detenuti con problemi psichiatrici, che spesso vengono abbandonati a se stessi.
- Le carceri pugliesi costringono i detenuti a vivere in condizioni inumane, in strutture fatiscenti e sovraffollate, mentre in altre regioni italiane ci sono celle vuote.
Il SAPPE ha avviato un’azione legale contro il Capo del DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) e il Provveditore Regionale, chiedendo il rispetto della legge e il coinvolgimento degli ispettori degli organi preposti per verificare le denunce. In caso di gravi violazioni delle leggi, il sindacato richiede la chiusura temporanea delle carceri pugliesi e il trasferimento immediato dei detenuti in altri luoghi, fino a quando non sarà ripristinata la legalità e garantita la tutela dei diritti fondamentali.
Questo appello urgente del Segretario regionale del SAPPE, Federico Pilagatti, sollecita un’azione immediata e una riflessione profonda sulla situazione delle carceri italiane, chiedendo che nessuno resti indifferente alle gravi violazioni dei diritti umani e alla tragica situazione dei lavoratori e dei detenuti all’interno delle mura carcerarie.