Violenza sulle donne, Presidente del Consiglio Puglia al lavoro per contrastare il fenomeno
Violenza sulle donne, Presidente del Consiglio Puglia al lavoro per contrastare il fenomeno. I dati di questi nove mesi del 2023 ne ribadiscono il trend in costante e continua ascesa, oltre 84 femminicidi di cui 52 uccise in ambito familiare o affettivo, da qui la gravità e l’urgenza di intervenire con maggiore efficacia per contrastare questa aberrazione che va estendendosi verso le fasce giovanissime di popolazione.
La Regione Puglia è in prima linea nella lotta alla violenza sulle donne e nella realizzazione di servizi per accogliere e accompagnare le vittime di violenza attraverso l’azione di sensibilizzazione e di ascolto.
Un’azione continua e costante che deve essere mantenuta anche fuori dalle consuete date dedicate a livello nazionale.
Alla luce dei recenti fatti che hanno occupato le cronache dei giornali, ossia le violenze di gruppo perpetrate da giovanissimi nei confronti di coetanee, che richiamano prepotentemente all’attenzione di tutte le forze sociali e istituzionali il triste fenomeno della violenza di genere, si chiede sostegno all’azione mediante la creazione delle condizioni perché venga garantita alle donne sole, vittime di violenza, e ai loro figli minori, che si trovano nella necessità, documentata dai Centri Antiviolenza, di dover abbandonare il proprio contesto familiare e abitativo, la possibilità di lasciare i centri di accoglienza per continuare il loro percorso autonomamente avvalendosi della riserva degli alloggi di cui all’art. 31 della L.R. 25 nov. 1996, n. 32.
Le conseguenze di mancati interventi, hanno ricadute importanti non solo per le vittime di violenza, ma anche sotto il profilo del sistema di protezione e di accoglienza delle donne. Infatti paradossalmente le case di accoglienza che ospitano nell’emergenza le donne maltrattate, non potendo in molti casi dimetterle per la mancanza di soluzioni abitative, registrano spesso una situazione di esaurimento dei posti e l’impossibilità di poter procedere a nuove accoglienze. Ciò comporta uno spreco di risorse rilevantissimo, una voce di spesa che potrebbe invece essere utilizzata per rafforzare i percorsi di autonomia delle donne accolte in protezione.
E’ necessario che la riflessione che oltre alle norme a tutela e protezione delle vittime di maltrattamenti e abusi, si concentri su una vera e profonda rivoluzione culturale che parta dall’educare i bambini e quindi i giovani e le famiglie al rispetto e alla parità tra i sessi e al superamento definitivo della logica del patriarcato ancora latente, quando anziché condannare l’atto di abuso o violenza senza se e senza ma, l’opinione tende a colpevolizzare la vittima per come possa essere vestita o per come si sia comportata, vuol dire che ancora si è lontani dal superamento della logica maschilista e molto si deve ancora fare.
Prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire penalmente gli aggressori sono i cardini della Convenzione di Istanbul che vuole promuovere maggiore uguaglianza tra i sessi al fine di costruire una società più paritaria e più equa che fornisca a tutti e a tutte gli strumenti per sviluppare le proprie potenzialità e raggiungere i traguardi professionali ed economici ambiti, senza impedimenti ed ostacoli dovuti a stereotipi o pregiudizi.
Presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone: “Sono 84 le donne morte ammazzate in Italia dall’inizio dell’anno: una strage. Dobbiamo fare di più e meglio”.
Lo ha detto la durante la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative.
“Con la presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Emma Petitti, che coordina il Comitato per le pari opportunità, e tutti i colleghi presidenti – ha sottolineato – abbiamo condiviso la necessità di fare di più e meglio.
D’altra parte proprio stamattina il Consiglio d’Europa, dopo aver analizzato i dati sul fenomeno forniti da Roma, ha denunciato “l’inefficacia e la tardività” della risposta delle autorità italiane alle denunce di violenza domestica subite dalle donne. Di questo il nostro Paese dovrà rispondere ufficialmente con un documento entro il 30 marzo del prossimo anno.
È evidente che il percorso del rispetto e del dialogo tra uomo e donna è ancora tutto da costruire. La violenza sulle donne è la conseguenza di un sistema culturale per molti versi ancora profondamente arretrato, di cose non dette e stereotipi che ci portiamo dietro dalla nascita.
E‘ fondamentale, come Istituzioni e come singoli, partecipare ogni giorno alla costruzione collettiva del rispetto delle donne e delle loro scelte.
Ma serve anche un grande piano di azioni positive contro la violenza che riguardi le donne e gli uomini, che aiuti le nostre comunità a liberarsi degli stereotipi di genere, col rispetto della pari dignità in tutto, nella vita“.