Dramma della solitudine a Taranto
Ci eravamo ripromessi di non parlare di suicidi. Ma quanto accaduto ieri, nel centro di Taranto, ci obbliga, perlomeno, ad una riflessione.
Ha voluto chiudere violentemente con la vita terrena, una donna di 74 anni.
Qualche decennio fa, avremmo scritto anziana. Ma oggi, a 74 anni, una persona è in una fase importante della vita, soprattutto se ha la possibilità di potersi “vivere” gli affetti.
Siamo rimasti colpiti dal gesto volontario di questa donna perché eravamo nei pressi dell’accaduto.
Ed essendo il luogo dell’evento infausto, un’importante arteria della città, oltretutto commerciale e vicina al nosocomio cittadino, si è creato un ingorgo di auto.
La cosa che ci ha colpito, da cronisti, è che la gente del posto, molti forse abitanti dello stabile della povera donna, sapevano che era sola, senza affetti.
Questa mattina, rileggendo alcuni post in pagine locali di Facebook, abbiamo anche scoperto che la donna aveva compiuto gli anni nel giorno in cui ha voluto fermare il tempo.
Credo che per questo evento è per tanti altri simili, non facciamo mai abbastanza.
Possibile che non avesse un’amica, una conoscenza, qualcuno che la facesse sentire meno sola?
Le comunità religiose, per esempio, potrebbero essere vicine in qualche modo a chi si isola, giusto per proporre qualcosa che possa essere utile…
La verità è che siamo tutti colpevoli davanti a questo dramma.
Lèggevamo un commento sui social su un amico di Puglia Press, un professionista molto conosciuto, a proposito della data di ieri: 11 settembre. Tutti ricordiamo cosa accadde nel 2001… Ve lo riportiamo: “Sarà un caso, ma da lì in poi, il mondo si è aggravato”.
Vero: l’umanità è sempre più arida e lontana dai principi che contraddistinguevano, per esempio, la gente del quartiere. Quelle persone che erano risorse l’una dell’altra. “Signora Maria, buongiorno, mi presterebbe un po’ di zucchero?”. A casa di mia nonna era un andirivieni di gente del vicinato. Non si era mai soli… F.L.