5 Anni dopo l’accordo Invitalia-ArcelorMittal, un sogno infranto per il leader Uilm
Cinque anni esatti dopo lo storico accordo tra Invitalia e ArcelorMittal per il rilancio dell’ex gruppo Ilva, il leader della Uilm, Rocco Palombella, parla all’Adnkronos e denuncia una situazione di “eutanasia programmata” per il gigante siderurgico di Taranto.
Secondo Palombella, nessuno degli impegni presi in quell’accordo è stato mantenuto, e c’è un silenzio assordante sul futuro del sito. I governi successivi avevano promesso decarbonizzazione della produzione, un forno elettrico, un piano industriale e l’assorbimento dei lavoratori, ma oggi, afferma Palombella, la situazione è diversa.
Attualmente, tre altoforni sono potenzialmente in funzione. Tuttavia, l’altoforno 1 e 2 sono prossimi al termine della loro vita operativa e possono rimanere in funzione solo fino alla fine del 2024. Anche l’altoforno 4, dopo la sostituzione del crogiolo, ha una vita utile massima di 4-5 anni. Questo significa che all’inizio del 2025, rimarrà solo l’altoforno 4, capace di produrre solo 1,7 milioni di tonnellate di ghisa, rendendo impraticabile qualsiasi progetto di rilancio.
Palombella esprime il suo disappunto riguardo al silenzio che sembra avvolgere la questione, sottolineando che non ci sono voci autorevoli a prendere posizione. L’unico intervento notato è stato quello del ministro Urso, che ha menzionato la risoluzione del problema ex Ilva, ma senza presentare un piano industriale concreto per il sito.
Secondo il leader Uilm, questo atteggiamento nasconde la volontà del governo di evitare un coinvolgimento diretto nella gestione della situazione, facendo affidamento sul gruppo Mittal. L’alternativa sembra impensabile, poiché qualsiasi disaccordo potrebbe portare alla perdita di migliaia di posti di lavoro.
Palombella conclude riflettendo sconsolato sulla sostenibilità di questa situazione nel lungo periodo e sulla necessità di trovare soluzioni concrete per un’industria siderurgica italiana rinnovata e sostenibile.
In attesa di sviluppi concreti, rimane evidente che la questione Ilva continuerà ad essere una pietra miliare nel dibattito sull’industrializzazione e la sostenibilità del nostro paese.