Coltivavano abusivamente cozze in Città Vecchia: 3 tonnellate di mitili sequestrati
Continua incessante l’attività sinergica delle Forze di Polizia nel contrasto di ogni forma di illegalità nel contesto portuale e demaniale marittimo, con particolare attenzione al fenomeno dello sfruttamento abusivo degli specchi d’acqua per il prelievo e la produzione illecita di risorse ittiche.
Nella giornata di ieri, la Guardia Costiera di Taranto, in collaborazione con il personale del Commissariato di Polizia “Borgo” e l’ASL Taranto, ha smantellato una serie di impianti abusivi per l’allevamento di mitili (cozze) posizionati illegalmente tra le banchine destinate all’ormeggio dei pescherecci in via Garibaldi, nel 1° Seno del Mar Piccolo.
Questi impianti, privi di autorizzazioni demaniali marittime e ambientali, costituiscono un grave pericolo per la salute pubblica in quanto si trovano all’interno degli specchi d’acqua del Mar Piccolo di Taranto, dove l’allevamento dei mitili è tassativamente vietato per motivi sanitari secondo l’Ordinanza della Regione Puglia n. 532 del 2018, a partire dal 1° marzo di ogni anno. È inoltre vietata la commercializzazione di tali prodotti a causa dell’elevato rischio di contaminazione da pericolose sostanze inquinanti.
L’operazione è stata preceduta da un’intensa attività investigativa, che ha coinvolto il monitoraggio costante dell’intera filiera di produzione e commercializzazione. Durante la mattinata di ieri, il 1° Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto è intervenuto immergendosi negli specchi d’acqua interessati per tagliare i filari di cozze, consentendone il successivo recupero e sequestro. Contestualmente, i veterinari dell’ASL Taranto hanno campionato i mitili recuperati per valutarne il grado di contaminazione ai fini sanitari.
Complessivamente, sono state sequestrate oltre tre tonnellate di prodotto ittico pronto per essere immesso nel circuito di commercializzazione cittadino, senza alcun controllo igienico/sanitario e quindi potenzialmente nocivo per la salute dei consumatori. Inoltre, sono stati rinvenuti numerosi metri di cordame di supporto, galleggianti e sistemi di segnalamento abusivi.
L’intera partita di prodotto ittico sequestrato, dal valore commerciale di centinaia di migliaia di euro, sarà destinata alla distruzione mediante incenerimento presso un impianto apposito. Le attrezzature rimosse sono state affidate alla ditta municipalizzata Kyma per il corretto smaltimento.
Nel corso dell’operazione, protrattasi fino al primo pomeriggio, sono stati anche rinvenuti e sequestrati cinque sacchi contenenti circa cento chilogrammi di oloturie, che sono state successivamente rigettate in mare perché ancora vive. La pesca illegale di queste specie provoca gravi e irreparabili danni all’ambiente, riducendo la biodiversità e alterando gli equilibri ecologici.
L’azione congiunta della Guardia Costiera e della Polizia di Stato rappresenta una forte risposta al crimine lungo la filiera agroalimentare, fungendo da deterrente contro il proliferare di un mercato nero che si dedica alla commercializzazione abusiva di prodotti ittici di vario genere. Questa pratica non solo costituisce un potenziale rischio per la salute pubblica, ma incide anche sul delicato equilibrio eco-sistemico della costa tarantina e sullo sviluppo di un settore che rappresenta uno degli assi portanti dell’economia locale grazie alla presenza di numerose imprese dedite alla mitilicoltura.
Il monitoraggio e il controllo della filiera lungo l’intero territorio saranno costanti, al fine di garantire la presenza continua degli organi di controllo a tutela dei consumatori finali e di coloro che operano quotidianamente in questo settore, nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti.