Sulla discarica di Manduria tutto da chiarire
Continua il conferimento dei rifiuti a Manduria nel mega impianto di rifiuti La Chianca. A questo punto c’è da chiedersi: per quanto tempo ancora ciò avverrà?
Sulla discarica di Manduria sono in molti a rivolgerci e a farsi questa domanda alla quale non sappiamo dare risposta.
La domanda se la pongono innanzitutto i cittadini manduriani, penalizzati dalla presenza di due discariche ed un impianto di compostaggio di rifiuti organici.
Una situazione di grande impatto ambientale della discarica di Manduria che merita la massima attenzione, tenuto conto che l’ ex discarica Li Cicci, divenuta una bomba ecologica a causa del raddoppio della capienza, ha già inquinato il sottosuolo ed è costata finora una barca di soldi per i tentativi di messa in sicurezza della stessa.
Ciò vale anche per la mega discarica La Chianca, in quanto nonostane fosse stata chiusa definitivamente nel 2015 per completato riempimento, venne riaperta a novembre 2016 con l’aumento della volumetria concesso dalla Regione.
Lo scorso anno l’impianto avrebbe dovuto chiudere i battenti definitivamente. Al contrario, è stato lasciato attivo e lo è ancora, nel frattempo, la società di gestione, ha chiesto il permesso alla Regione Puglia per una ulteriore sopraelevazione.
Sulla discarica di Manduria si sarebbe dovuto discutere il 3 marzo 2023, ma, come riferisce il sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro ciò non avvenne, in quanto l’incontro fu rinviato a data da stabilire.
«Malgrado si continui a parlare in ambito regionale di un’emergenza rifiuti in atto – dice Pecoraro – devo assolutamente ricordare che, il Consiglio comunale di Manduria, all’unanimità, aveva già espresso parere nettamente contrario, contro qualsiasi aumento di volumetria.
Manduria ha già dato anche troppo – conclude Pecoraro – ora, si resta unicamente in attesa di quella riunione che fu rinviata a data da stabilire, della quale fino ad oggi non si sa più nulla, ma ribadisco ciò che posso confermare è che quella discarica ha ormai completato il suo ciclo pertanto, deve chiudere i battenti a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.