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Dopo la tentata aggressione di pochi giorni fa – la Rete fa sentire la sua vicinanza

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Dopo la tentata aggressione di pochi giorni fa, la Rete fa sentire la sua vicinanza. Dopo le minacce a Anna Laura Remigi Sindaco di Specchia in provincia di Lecce. Con un avviso pubblico la vicinaza della Rete – “la prima cittadina non deve sentirsi sola. La nostra Rete è con Lei.”

«La vicenda della sindaca di Specchia, Anna Laura Remigi, ripropone drammaticamente la condizione in cui versano molti amministratori pugliesi che finiscono sotto tiro nel momento in cui “pretendono” il rispetto delle regole». È il commento di Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti e Coordinatore di Avviso Pubblico per l’area metropolitana di Bari, dopo le minacce ricevute dalla sindaca Remigi per aver chiesto di far sgomberare un’area comune dai rifiuti accumulati da un cittadino.

Ma accanto alle intimidazioni si impone una riflessione ulteriore «sulla difficoltà di svolgere azioni di controllo amministrativo in territori in cui spicca la presenza di elementi vicini alla criminalità organizzata o comunque soggetti all’influenza di una subcultura mafiosa che tende a non riconoscere l’autorità degli organi di polizia amministrativa», dice ancora il sindaco Carlucci.
Alla prima cittadina di Specchia va tutta la solidarietà e vicinanza di Avviso Pubblico. È fondamentale che in questo momento la sindaca non si senta sola. Dobbiamo farle sapere che può contare sul nostro sostegno. Il rispetto delle regole, ma soprattutto la cura delle strade e quindi dei beni comuni è un patrimonio collettivo da preservare.

«L’azione di monitoraggio del territorio impone un rapporto di collaborazione e fiducia tra politica e polizia locale. Laddove questo rapporto si va sfilacciando – spiega Michele Abbaticchio, Vicepresidente di Avviso Pubblico –, vediamo emergere disfunzionalità significative. In questo senso è fondamentale costruire una relazione solida, ma anche fornire maggiori strumenti e formazione adeguata alle polizie locali nel contrasto alle illegalità. I cittadini devono percepire chiaramente di essere tutelati dagli agenti di polizia locale. E questo è possibile solo se si insegna loro ad affrontare anche le situazioni più critiche sul territorio».

Ma bisogna agire anche sulla prevenzione della cultura mafiosa, che nega il rispetto della cosa pubblica. «La lotta all’illegalità diffusa non può essere prerogativa esclusiva delle forze di polizia – dice Pierpaolo d’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo e Coordinatore regionale di Avviso Pubblico –. Se vengono tollerate azioni criminali si indebolisce la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni locali. Dobbiamo lavorare perché aumenti la percezione collettiva della capacità delle amministrazioni di far rispettare le regole. Ma soprattutto dobbiamo fare rete tra enti locali e comunità. Ogni volta che un sindaco viene minacciato, lo sono anche gli altri sindaci e di conseguenza i loro cittadini».

I Fatti

Ad esserne vittima la prima cittadina di Specchia, Anna Laura Remigi che in settimana ha rischiato di essere aggredita da un suo concittadino che si è recato in Municipio con le peggiori intenzioni, anche se è stato fermato a pochi passi dall’uscio della porta dietro la quale stava lavorando la Sindaca grazie al pronto intervento di alcuni dipendenti comunali.
Ma la vicenda non si chiude qui. La sindaca Remigi oltre a vivere momenti di tensione e di paura avrebbe deciso di denunciare non solo l’uomo violento ma anche i Vigili Urbani che si erano recati presso il suo domicilio, considerati responsabili di aver declinato ogni responsabilità sul provvedimento di rimozione dei rifiuti ingombranti e attribuendo alla prima cittadina la volontà personale di farli rimuovere, causa che avrebbe scatenato la violenza.

Dopo la tentata aggressione di pochi giorni fa – la Rete fa sentire la sua vicinanza

Essere offesi e minacciati in questo modo, nonostante il faticoso lavoro, non può essere accettabile, certamente la mancanza strutturale di dialogo aperto e quotidiano e la difficoltà amministrativa di risolvere le reali problematiche oltre ad uno stress dilagante sono possibili ipotesi di atti che dilagano sempre più. Ma sicuramente non sono né una giustificazione né una soluzione.
La rabbia e la paura di molte famiglie, derivanti dalla crisi economica, dalla perdita di occupazione, dalla mancanza totale o parziale di un reddito costante, è comprensibile ma non dev’essere sfogata in questo modo, soprattutto verso coloro che provano a sostenerli con grandissimi sacrifici e grazie all’impegno e al lavoro quotidiano di tutta la nostra comunità.

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