Le case in Puglia non si potranno più vendere o affittare
Le case in Puglia, non si potranno più vendere o affittare. Nell’Unione Europea tutti gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero entro il 2030; quelli già esistenti dovranno raggiungere lo stesso obiettivo entro il 2050. Traguardi e tempistiche della direttiva UE “Case Green” stanno facendo discutere tanto la politica quanto il settore edile. Secondo Ance (AssociazioneNazionale Costruttori Edili), su 12 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non garantirebbero le performance energetiche indicate dalla nuova direttiva. Secondo una comunicazione dell’esecutivo comunitario, agli edifici è imputabile circa il 40% del consumo totale di energia dell’UE e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra. La Direttiva Case Green nasce proprio con lo scopo di ridurre questi consumi, aumentando la prestazione energetica nell’edilizia. La bozza della direttiva redatta dal Parlamento europeo propone che tutti gli immobili dell’UE dovranno raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. La stessa bozza prevede però che entro il 2033 tutti gli edifici siano in classe D previa sospensione di diritto di affitto o vendita solo con obbligo dell’acquirente di efficientare l’edificio.
Le case in Puglia, non si potranno più vendere o affittare.
Le case in Puglia, non si potranno più vendere o affittare. In Puglia, l’86% degli edifici sono in classe G e pertanto necessitano di interventi. Si rischia una implosione dei comuni che già ora sono lentissimi a rilascio autorizzazioni. Dovranno essere ristrutturati in pochi anni milioni di edifici residenziali in tempi ridottissimi che determineranno una tensione senza precedenti sul mercato. Con le problematiche già attuali sull’aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti ecc. La data più congrua per l’efficentamento obbligatorio sarebbe 2632. Essendo in investimento tanto oneroso, in assenza di incentivi, è ovviamente necessario garantire la disponibilità di politiche di supporto in grado di rendere economicamente sostenibile questo percorso. Inoltre fondamentale il parere ISI (Ingegneria Sismica Italiana) che sottolinea un problema di altra natura: quello della sicurezza sismica degli edifici «A nulla serve un buon intervento di riqualificazione se applicato su un edificio strutturalmente non idoneo».