Si può vincere 8 a 2?
Si può vincere 8 a 2? Ovviamente si, se la palla entra 8 volte nella porta avversaria.
Lo ricordiamo tutti, da bambini, quante volte accadeva di far tanti gol, all’oratorio o anche per strada, nei campi di calcio che si inventavano, con dei cocci di pietra come porte, a volte anche senza portiere o col classico portiere volante (una sorta di tutto fare).
Ma se si gioca in maniera ufficiale, in un campionato Nazionale, che sia di terza categoria o in serie A, trattasi di lavoro, dove gli impiegati sono degli esseri umani. E come tali, vanno considerati.
E’ chiaro che, se una squadra è più forte dell’altra, è destinata, il più delle volte, a vincere. Spesso con risultati eccezionali, vale a dire per 3-0, 4-1 a volte anche 5-2 e così via. Ma c’è sempre un limite. Che non è scritto da nessuna parte ma fa parte dell’educazione degli individui. Chi ha coscienza, è consapevole dei propri pensieri, delle proprie azioni… quindi, se gli dovesse capitare di accorgersi che l’avversario e in seria difficoltà, che sia una partita di calcio o qualunque altra competizione della vita, non deve infierire. Non è scritto da nessuna parte, ma è la classica regola non scritta. O forse è scritta nel cuore delle persone.
Perciò, osservando la partita Atalanta-Salernitana, abbiamo pensato che forse, già alla fine del primo tempo, quando l’Atalanta era in vantaggio per 5-1, il suo allenatore avrebbe dovuto fermare i suoi calciatori e addormentare la partita, come si suol dire. Anche perché, questa squadra, non nuova a goleade di questo tipo, negli ultimi anni, spesso si trasforma in macchina da gol, come se fosse composta da robot.
Ma la ruota gira… Per ora hanno perso il lavoro Davide Nicola e tutti i suoi collaboratori. Davide, un signore del calcio, segnato dalla vita (suo figlio Alessandro, a 14 anni, fu investito da un bus e morì schiacciato dalla ruota posteriore del mezzo, davanti alla sua abitazione). In Puglia abbiamo un gran bel ricordo di lui, fu allenatore del Bari per un campionato e mezzo. Arrivederci sui campi di calcio, caro Davide Nicola.