Femminicidio: ossessione o istinto criminale?
Bilancio di un anno orribile di violenza sulle donne
Femminicidio: ossessione o istinto criminale? Il 2022 volge al termine e con esso il bilancio dell’anno appena trascorso in virtù di nuovi progetti e prospettive future. Tra i bilanci di ciò che più è pesato alla nostra nazione nel corso del 2022 vi è sicuramente una delle piaghe sociali e culturali più note degli ultimi anni: il femminicidio.
I dati Istat riportano che “da inizio 2022 sono stati commessi 104 femminicidi, su 119 omicidi con una vittima donna: sono 70 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 30 le donne uccise da un altro parente; sono invece 4 quelle uccise da conoscenti in ambito affettivo o relazionale”.
Una dicotomia se si pensa che le donne sottratte alla vita sono per lo più quelle che con il proprio carnefice avevano un legame affettivo. La domanda sorge spontanea: possiamo parlare di amore quando questo diventa malato, ossessivo, compulsivo? No! Quello a cui stiamo assistendo negli ultimi anni è una forma di amore definito criminale, su cui attraverso programmi televisivi e manifestazioni di piazza si sta cercando di sensibilizzare il prossimo affinché non avvengano più. Ma non basta, perché spenti i riflettori, quello che avviene tra le mura domestiche è una amara e cruda verità, che colpisce molte donne, la maggior parte delle quali non ha la forza e il coraggio di denunciare. Ecco che il silenzio diventata complice di uomini che associano all’amore il possesso e al possesso la violenza.
Il femminicidio non si configura pertanto come un fatto isolato che accade all’improvviso, ma costituisce l’ultimo atto all’interno di un ciclo di violenze. In questo senso, il femminicidio individua una responsabilità sociale nel persistere, ancora oggi, di un modello socio-culturale patriarcale, in cui la donna occupa una posizione di subordinazione, divenendo soggetto discriminabile, violabile, uccidibile.
L’era dei social network in cui siamo ormai immersi offre molte possibilità affinché di questo se ne parli è proprio questo passaparola ha portato oggi ad una sorta di assistenzialismo tra donne che ne sono uscite da questo tunnel di violenze e donne che ancora lo vivono, si fa rete quindi, si cerca di incitare a denunciare o di richiedere assistenza. A tal proposito la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità ha attivato un numero gratuito(1522) attivo 24 h su 24, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.
Tra i propositi di questo nuovo anno ed il futuro prossimo facciamo in modo che il femmicidio diventi solo un amaro ricordo, parliamone, sensibilizziamo e sensibilizziamoci, facciamo sentire le donne meno sole e convinciamoci che il divario uomo-donna sparisca così da non essere più motivo di violenza. Una società basata sul rispetto e sull’amore non conosce violenza. È questo l’augurio per il 2023
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