Pagliaro: “Salviamo il riccio di mare
“Salviamo il Paracentotus lividus, nome scientifico del riccio di mare, che si sta estinguendo”. E’ il grido d’allarme lanciato dal Consigliere Regionale, Capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro.
Il prelibatissimo frutto di mare utilizzato in cucina con spaghetti, linguine o con i cavatelli, soprattutto in Puglia, Sicilia e Sardegna, dunque si sta estinguendo.
In altre nazioni, sarebbero già scomparsi da anni, come in Israele e in Libano, ma a quanto pare anche in Turchia.
La Sardegna ha stabilito di vietarne la pesca fino al 2025, limitandola solo ai pescatori professionisti.
Tra le cause dell’estinzione l’aumento delle temperature del mare, a causa del riscaldamento globale che si è manifestata ulteriormente negli ultimi mesi, ma non sarebbe l’unica causa: c’è anche da aggiungere quella ambientale derivante dall’inquinamento.
Con la proposta di legge del Consigliere Regionale, si intende sospendere, per un periodo triennale, l’attività di pesca del riccio di mare, anche di tipo sportivo nelle acque del territorio regionale.
Il fermo è necessario per consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa del nostro mare, messo a rischio dal massiccio prelievo dei ricci negli ultimi anni.
“Il riccio di mare, – ha continuato Paolo Pagliaro-, necessita di tempi piuttosto lunghi per la sua fecondazione e per il suo sviluppo: basta ricordare che la normativa di riferimento fissa la taglia minima di cattura non inferiore ai 7 centimetri di diametro totale, compresi gli aculei. Il tempo necessario per raggiungere tale dimensione, per un riccio di mare, impiega tra i quattro e i cinque anni”
“Limitato sarebbe poi – conclude Pagliaro – l’impatto che la sospensione avrebbe sul comparto gastronomico, visto che molti ristoratori pugliesi già da tempo provvedono ad approvvigionarsi da altre zone del Mediterraneo che non hanno i nostri stessi problemi”
In pratica, il ruolo fondamentale del riccio di mare non sarebbe, secondo il Consigliere Regionale Paolo Pagliaro, solo di natura commerciale e culinaria, ma anche di una preziosa azione di “spazzini” e pulitori dei fondali rocciosi.
La proposta di Legge, vuole determinare il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione dei ricci di mare e dei relativi prodotti derivati freschi, fino al 30 aprile 2025.
Per tutto questo periodo sarà necessario il coinvolgimento dei pescatori, attraverso l’attuazione di un piano di monitoraggio scientifico, al fine di valutare gli effetti della chiusura della pesca, dando però la possibilità agli stessi pescatori la possibilità di svolgere una attività di recupero ambientale, come ad esempio uella della pulizia dei fondali e la rimozione delle attrezzature di pesca.