L’incidenza dei tumori sui bambini a Taranto a causa dell’ambiente : uno su tre
E’ oramai diventato un icona di Taranto quando si parla di bambini e soprattutto della struttura tarantina. Ampi spazi sulle emittenti televisive nazionali come La 7, ma anche su quotidiani locali e nazionali. Tutto questo ha permesso di raccogliere somme importanti derivanti da donazioni che serviranno per sostenere borse di studio, ma anche per dotare la struttura tarantina di attrezzature all’avanguardia per curare soprattutto i bambini.
Dott. Cecinati, vorrebbe spiegare meglio l’incidenza dell’ambiente sui bambini ?
Secondo lo studio Sentieri, il rapporto che si riferisce al 2019 a Taranto, c’è una media dei tumori infantili, in base alla media regionale, del 30%. Questo significa che su 3 bambini malati di cancro uno è malato di cancro a causa dell’inquinamento. Cosa vuol dire questo? Che non tutti i bambini si ammalano di cancro a causa dell’inquinamento, ma non significa come ho letto che a Taranto un bambino su tre della città o della provincia di Taranto si ammala di cancro. Avremmo dei numeri molto più importanti e pericolosi. Significa che se noi abbiamo il 30% in più di incidenza di tumori infantili in base a quelli che dovremmo avere, su tre bambini malati di cancro, uno si ammala a causa dell’inquinamento e non significa che un bambino su tre a Taranto si ammala solo per l’inquinamento. Non è così. Penso di aver spiegato bene
Dottor Cecinati, quanti bambini si ammalano di tumore in generale a Taranto?
Nella provincia e a Taranto sono circa 30 in età tra 0 e 16 anni. Se facciamo il calcolo tra 0 e 19 anni, arriviamo a 35-37 pazienti
Quindi, una decina l’anno si ammalano a causa dell’ambiente!
Si. Sarebbe questa la causa
Qual è la situazione al momento?
Io sono qui da quattro anni scarsi. La condizione mi sembra stazionaria. Diciamo che i dati sono quelli riportati dal rapporto Sentieri e dal registro dei tumori. Se facciamo un confronto con i dati precedenti, in passato si parlava del 54%. Adesso si parla del 30-33%.
Quale il tasso di mortalità?
Devo dire la verità: questo dipende dal tumore. Abbiamo dei tumori, come quello del sangue, che hanno una probabilità di cura che supera l’85%, mentre altre neoplasie, come i tumori celebrali o il neuroblastoma e via dicendo, per i quali la probabilità di vita è più bassa, anche se la ricerca sta andando avanti.
Dott. Cecinati, quali tumori dei bambini sono causati dall’inquinamento ambientale?
Per quelli segnalati come correlazione, ci sono i linfomi, un tumore dell’apparato emolinfopoietico, i tumori della tiroide negli adolescenti e i tumori dei tessuti molli che hanno un incidenza maggiore
Quando parliamo di bambini, il nostro pensiero non può non andare a Nadia Toffa, l’icona dei bambini ammalati di tumore a Taranto. Lei, ha detto in una intervista: affidateci i vostri bimbi ammalati, perché siamo in grado di seguirli
Io penso che uno degli obiettivi più belli, ma non raggiunto del tutto, è che la maggior parte dei bambini ammalati possono essere curati qui a Taranto e l’incidenza di quelli che vanno in un’altra città o regione, si è sicuramente ridotta di molto. Mi rendo conto che molte famiglie hanno una “diffidenza sanitaria”. In parte hanno ragione, ma noi cerchiamo di offrire il massimo. Il fatto di non avere un numero altissimo di bambini, ci dà la possibilità di dedicarci ai nostri pazienti in maniera completa. Il reparto si chiama “Nadia Toffa” perché è dedicato a lei. Con la vendita delle magliette, grazie alle associazioni, è stato messo su il primo reparto che allora era piccolo. Poi, quando è cresciuto è stato inaugurato. Nel reparto di degenza adesso abbiamo 5 posti letto che la Regione ha definito, più dei posti di day hospital. Tutto ciò che possiamo fare qui lo facciamo, anche perché siamo un centro riconosciuto dalla società scientifica che si chiama A.I.E.O.P. è l’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica. I nostri protocolli sono uguali ad altri centri. Nel 2022 è importante che viaggino le immagini delle lastre, i prelievi, ma non i pazienti. Un risultato lo abbiamo già raggiunto: sono dimezzati i viaggi della speranza, grazie anche a coloro che ci hanno sostenuti. Però vogliamo ancora crescere per poter dare di più. Per una famiglia, andare fuori per far curare i loro bambini, significa avere problemi con il proprio lavoro, oltre alle difficoltà economiche per essere lontani da casa. Inoltre, molti studi hanno dichiarato che si guarisce meglio e di più se si sta vicini a casa. E’ chiaro che abbiamo ancora molto da migliorare per garantire ai bambini la migliore assistenza
Elemento fondamentale in questi casi è la diagnosi immediata della malattia. A Taranto come siete messi?
Bene. Io ho una costante collaborazione con altri reparti e devo dire che, venendo da Bari, dopo aver lavorato prima a Roma, poi a Pescara prima di arrivare a Taranto, ho trovato una grande sensibilità e collaborazione, sia dal punto di vista umano che sociale.
Prevenire è meglio che curare, lei è papà e presumo che i suoi figli abitino a Taranto. Cosa andrebbe fatto per l’ambiente?
Andrebbero sensibilizzati ancora di più i giovani. Noi abbiamo delle colpe in quanto abbiamo sottovalutato il problema ambientale, lasciando irrisolte una serie di problematiche. Mi auguro che i miei figli ed altri, insistano su questo argomento, perché è sottovalutato. Bisogna promuoverlo. Mi viene in mente una frase che recitava “Questo è l’unico mondo che abbiamo e bisogna curarlo bene”. Così come noi proviamo a curare i bambini, bisogna curare l’ambiente che ci circonda. Tutto dipende da noi
A questo punto dobbiamo parlare delle istituzioni. Continua ad esserci, un braccio di ferro tra lavoro e salute.
Sinceramente non si dovrebbe arrivare a questo. Bisogna mettere tutte le proprie energie per trovare una soluzione. Mi sono reso conto che, quando ci si dedica con impegno e coraggio e sacrifico, le scelte giuste si trovano. Dobbiamo cercare di spezzare il ricatto salute- lavoro. Dobbiamo imparare a liberarci da questa situazione
Per questo reparto, voluto da Nadia Toffa, all’inizio ci fu una mobilitazione generale. E’ continuata nel tempo?
Si abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora tante dimostrazioni di vicinanza che non sono le semplici donazioni, ma sono il sostegno da parte di tanti. Io lo sento da parte della città e non solo, ma anche da persone lontane. Un papà un giorno mi ha detto che il reparto Nadia Toffa è un reparto di democrazia. E’ una frase bellissima, l’ha detta il papà di un bambino che aveva dei problemi importanti. Adesso questo bimbo sta migliorando. E’ importante perché dobbiamo accogliere e ascoltare i pazienti e familiari. E’ un nostro dovere nei confronti di queste famiglie
Quante volte ha visto i genitori dei bambini, fuori dalle loro stanze piangere e poi farsi coraggio per entrare in stanza? Mi viene in mente il film “La vita è bella” di Benigni. Quante volte siete stati coinvolti da queste emotività?
Sentivo dire una frase da un papà: Non siamo fatti d’acciaio. Non lo siamo nemmeno noi. Siamo degli esseri umani e non ci si abitua mai a vedere i bambini ed i giovani soffrire nel nostro reparto. Il nostro dovere è mantenere la barra dritta, visto che siamo in una città di mare. Il capitano di una nave, se le persone che sono sulla stesa nave e vedono il capitano preoccupato, lo percepiscono anche loro. A volte le lacrime e la disperazione la teniamo dentro noi. Abbiamo il dovere di far sentire ai bambini la nostra costante presenza e una particolare attenzione anche se molto spesso loro sono più forti di noi. Una volta l’allenatore di una squadra in visita al nostro reparto con i suoi giocatori disse: “Una volta che siete usciti da questo reparto, non potrete più dire di essere stanchi” Questa è una bella frase!
Cosa possiamo fare noi giornalisti per il vostro reparto?
Potete continuare ad avere i riflettori accesi. Per noi è importante. Cominceremo a barcollare quando ci sentiremo soli. Fino ad oggi, e devo ringraziare i tarantini, i pugliesi, gli italiani in genere, ma anche molti stranieri, che ci sono stati vicini. In un incontro fatto a Taranto abbiamo avuto appoggi anche da alcuni monaci buddisti, da una porno star, dagli Americani. Quello che potete fare è tenere i riflettori accesi su di noi e sul nostro lavoro. Quando si cammina insieme siamo più forti. Quando ci gireremo e non troveremo più nessuno sarà dura, ma sono sicuro che questo non succederà mai
Un’ultima domanda: Quanti siete in questo reparto? Mi fa una cortesia? Non voglio sapere i cognomi di tutto il personale, ma i loro nomi, nessuno escluso. Sono sicuro che i bambini li chiamano per nome
I nomi delle dottoresse, Letizia, Lucia, Maria Grazia, Cristina; gli infermieri Lucia, Michela, Alessandra, Adriano, Flavia Eleonora, Maria Grazia e poi il mio ringraziamento va anche alle operatrici socio sanitarie; al personale delle pulizie. Le devo confidare, direttore, che i bambini parlano soprattutto con le donne delle pulizie. Ciò significa che loro li ascoltano e questa è una cosa molto bella
Insomma, una famiglia allargata!
Certo
Il dottor Valerio Cecinati ci ha emozionati. Continueremo a sostenere ed a supportare il Reparto Oncologico del SS Annunziata. Lo faremo anche per Nadia.