IL PUG DELLA DISCORDIA
Se dovessi dare un titolo al Piano Urbanistico Generale di Martina Franca, portato ad imminente adozione, lo definirei <il PUG della discordia>, per evidenziare quanto esso sia contrastante con il processo di innovazione della pianificazione comunale avviato dalla Regione Puglia con la L.R. n. 20/2001 e successivamente con il Documento Regionale di Assetto Generale. Tale documento fornisce elementi concettuali e metodologici inerenti all’elaborazione di un PUG, basati sul principio della sussidiarietà, da conseguire mediante la copianificazione, la semplificazione dei procedimenti, la trasparenza delle scelte e la più ampia partecipazione sociale, grazie ad una efficiente azione amministrativa capace di coinvolgere tutta la città, per rendere ogni tappa del processo di piano facilmente condivisibile.
Il Sindaco, assessore all’urbanistica, da nove anni detiene più mandati come perfetto connubio (piuttosto un’anomalia) per portare a termine la sua missione pianificatoria, coadiuvato da un dirigente, su una materia assai delicata e di estese competenze. Insieme hanno ritenuto che il PUG fosse una vicenda che dovesse riguardare la città, ma dopo la stesura completa della sua bozza, redatta al chiuso di un ufficio, decidendo in autonomia le sorti della nostra Martina. Le giustificazioni di una pandemia sono suggestive solo per tentare di rendere forzatamente credibile un approccio dettato dalle circostanze, ma il tutto è soltanto aberrante.
Non c’è stata la partecipazione vera. Ci sono stati dei monologhi, in poche e diverse sedi, in cui il cittadino più attento ha potuto ascoltare il racconto per molti versi superficiale ed a tratti confusionario di uno strumento “chiamato” piano, rendendosi involontariamente attore di una strumentalizzata partecipazione, dal contenuto effimero. Una partecipazione di facciata, lontana anni luce dal vero procedimento di partecipazione e coinvolgimento della città in tutte le sue articolazioni.
Non c’è stata l’informazione vera. E’ stata fatta una mostra nell’ex Museo delle Pianelle, nella prospettiva auspicata ma non realizzata, di un pellegrinaggio di cittadini incuriositi alla visone di tavole, di certo non confezionate ai fini della comprensibilità diffusa.
In assenza di partecipazione e informazione, in qualsiasi circostanza della vita quotidiana, è alto il rischio di critiche. In questo caso sono arrivate da ogni dove. Qualcuno avrà potuto dire, scrivere, consigliare, richiedere e speriamo mai contrattare.
La mano impegnata ad apportare una modifica piuttosto che un’altra è andata in barba ad una visione generale, quale dovrebbe essere quella del piano urbanistico. Abbiamo assistito a questa maniera di procedere, del tutto irrituale per una materia come la pianificazione urbanistica. Abbiamo osservato ordini e collegi professionali di natura tecnica esprimersi su criticità che espongono l’evolversi dello strumento di pianificazione stesso ad un grave rischio, quello di una miriade di ricorsi, iniziando dalle Misure di Salvaguardia che scatterebbero.
La non condivisione, dettata prevalentemente dalla impossibilità di conoscere, sin dalla sua genesi, uno strumento che molti percepiscono imposto, che di fatto blocca la città. La forzatura di portare in consiglio comunale un PUG così realizzato, in queste condizioni di assoluta incertezza, i cui dubbi dal punto di vista tecnico sono stati palesemente evidenziati e documentati, possono creare altrettante e direi giustificate, incertezze dal punto di vista numerico in Consiglio Comunale, con l’assunzione, nelle condizioni date, di forti responsabilità di fronte alle quali alto è il rischio di spaccatura del Consiglio Comunale.
Così si crea la frattura nella città. Anziché rivelarsi un importante momento di confronto, quello sul PUG, lo si sta facendo diventare un terreno di scontro o speriamo, non sia, di accordo elettorale futuro.
La fretta è sempre una cattiva consigliera anche per i Consiglieri Comunali che oggettivamente non hanno avuto il tempo per valutare con scienza e coscienza l’imponente mole di atti, considerando che sono esposti anche alle responsabilità ’ex art. 78 del TUEL, senza magari valutare l’esistenza di motivi di incompatibilità in ordine ai quali, per legge, occorre tutelarsi. Insomma una matassa ingarbugliata che responsabilmente come cittadini dobbiamo impedire che imbrigli la città, a favore di conoscenza e riflessione, su quanto segnalato per cautela da esperti cultori di questioni urbanistiche.
Mi auguro prevalga il buon senso rispetto ad un fanatismo amministrativo di non alto profilo, che potrebbe dare sfogo alla vanità di qualcuno che ha trattato questa vicenda portandola ad una inutile, quanto pericolosa, prova di forza anzi direi di prepotenza, come è avvenuto in passato per l’affidamento del Documento Programmatico Preliminare. Un esempio non edificante di amministrazione che, non ascoltando le segnalazioni, non sospendendo le questioni dubbie, procede in assenza di autotutela e per seguito trascina gli incolpevoli cittadini a pagarne le conseguenze.
Ai Consiglieri Comunali, mi permetto sommessamente di invitarli a non cadere nella trappola della demagogia. Non si adotta un PUG in queste condizioni. Coloro i quali voteranno per l’adozione si assumeranno una gravissima responsabilità nei confronti della città. Chi, solo per logica di appartenenza o per tema di ritorsioni politiche, votasse per l’adozione, ne risponderà verso l’elettorato. Non si potrà dire “io non sapevo “. La vulnerabilità di questa proposta, nata senz’anima, è sotto gli occhi di tutti. Continuare a forzare significa solo volere la paralisi della città. Ci si renderà autori di un nuovo contenzioso che si sommerà agli altri contenziosi che affliggono la nostra città e dei quali qualcuno, prima o poi, dovrà darne conto indipendente dal trovarsi o meno, in futuro, nell’Istituzione Civica.
Fermare questa ubriacatura amministrativa per riflettere con consapevolezza non è solo l’opportunità di dare a Martina uno strumento innovativo di pianificazione efficace, moderno e rispettoso delle leggi, è un dovere civico e giuridico.
Giandomenico Bruni