LA SINDROME DELLA CAPANNA
LA SINDROME DELLA CAPANNA
Delle conseguenze delle guerre sulla psiche umana si è scritto molto, anzi moltissimo. Fin dalla prima guerra mondiale, si osservarono degli strani fenomeni soprattutto sulla psiche dei soldati impegnati al fronte, che lentamente vennero inquadrati in vere proprie sindromi da stress. Shell Shock, “shock da combattimento”, si chiamò il disturbo che colpì molti soldati, facendoli cadere in una specie di neurastenia, che si manifestava in attacchi di panico, ansia, tendenze suicide, aggressività ingiustificata, squilibrio e depressione. All’inizio si pensò che fossero le persone più cagionevoli mentalmente a subirla, ma poi si notò che coinvolgeva, in modo subdolo, trasversalmente, soldati di ogni latitudine, per cui si impose un inquadramento più particolareggiato e venne inserita di diritto in una vera e propria patologia. Dopo la disfatta di Caporetto, molti soldati letteralmente “impazzirono”: ciò indusse gli psichiatri ad aprire centri psichiatrici nelle immediate retrovie del fronte, per curare il disturbo post – traumatico da stress. Tutte le guerre sono caratterizzate da un simile denominatore comune, che ha lacerato soprattutto la psiche dei bambini, nei quali le ferite dell’anima non riescono a ripararsi completamente, ma solo parzialmente, tornando a sanguinare nei frangenti più scabrosi della vita. Gravi disturbi da ansia colpiscono la gente a macchia di leopardo, non necessariamente le persone più deboli psicologicamente. Chi vive questi momenti ha la sensazione nel futuro di vivere sempre in stato di allerta, costantemente in pericolo, sviluppando vere e proprie sindromi da panico, con sintomi che vanno dall’agorafobia (paura degli spazi aperti) alla depressione franca, che molti superano con l’ausilio e il ricorso ad alcool e droga.
Sembra essere questo un preambolo doveroso per inquadrare gli effetti che il Covid ha determinato e continuerà a determinare nelle menti delle persone, nel momento odierno e soprattutto in futuro, tenendo presente che i soldati di oggi siamo noi tutti, nessuno escluso.
Quella contro il virus è una vera e propria guerra, più subdola e forse più sconvolgente e difficile da affrontare rispetto alle altre, perché combattuta contro un nemico invisibile, che non sapremo mai dove andrà a colpire e quando colpirà, contro cui abbiamo inoltre veramente poche armi per difenderci.
È evidente come tutto questo possa determinare negli individui l’insorgenza di grande insicurezza. Andando a creare un circolo vizioso che si autoalimenta, l’insicurezza genera la paura e la paura genera a sua volta l’insicurezza.
Per questo e per tanti altri motivi, abbiamo sentito la necessità di fare il punto della situazione sui danni morali che il Covid ha prodotto. Abbiamo dunque intervistato un “veterano nostrano della psiche”, il dottor Leonardo Tristani, Dirigente psicologo del centro di Saluta Mentale di Castellaneta Marina da circa 31 anni, che, più di altri, ha il polso della situazione mentale dei nostri concittadini.
DOTTOR TRISTANI QUAL È STATA LA REAZIONE INIZIALE DELLA GENTE AL COVID?
Incredulità: questo perché ci siamo trovati tutti catapultati in una situazione nuova da affrontare. La clausura prolungata ha causato dapprima, negli animi più deboli, vere e proprie forme d’ansia, che hanno generato paure e talvolta forme di negazionismo, come estremo strumento di difesa. L’ansia non trattata, associata a conflittualità familiare, è sfociata in veri e propri quadri di depressione. Anche i traumi lavorativi dovuti alla mancanza o alla perdita del lavoro, che hanno colpito varie fasce produttive della società, hanno avuto parte in causa. Avvocati a cui sono state sospese le udienze in tribunale, lavoratori dello spettacolo, ambulanti, negozianti e altri, persino dentisti e operatori sanitari, hanno visto sospese le attività ordinarie: si sono andate così a esacerbare conflittualità già presenti, ad esempio in ambito familiare.
DOPO L’ILLUSIONE ESTIVA, COSA È ACCADUTO ?
In estate pensavamo che il peggio fosse passato. Quando si è realizzato che in realtà ciò era solo un’illusione, sono aumentate le vere e proprie sindromi depressive, dovute all’offuscata visione del futuro.
QUALI SONO STATE LE PRINCIPALI PATOLOGIE CHE HAI RISCONTRATO NELLE DIVERSE FASI PANDEMICHE?
Non ci sono state più fasi, ma un’unica fase, come ho già detto. All’ansia iniziale si è sostituita, associata alla conflittualità familiare, la depressione. Non sono fasi depressive gravi o “endogene”, ma esogene, cioè provocate dall’ambiente esterno. Certo che comunque un qualsiasi trauma, in persone predisposte, può scatenare delle depressioni endogene che possono portare al bipolarismo e anche ad atti estremi.
MI DICE QUALCOSA SULLA SINDROME DELLA CAPANNA?
Le persone sotto stress diventano più reattive e, abitando in spazi ristretti e condividendo la casa con altri familiari, oltre a stati ansiosi, sviluppano irritabilità con aumento dello stato emotivo, dando via libera a crisi di panico, fobie, ossessività, ipocondria e non solo. Per reazione possono anche chiudersi in casa per lunghi periodi. Questa è quella che viene chiamata “sindrome della capanna o del prigioniero”, in quanto la casa rappresenta un rifugio sicuro da un esterno pieno di insidie, legate al contagio con il virus. Tale sindrome non è ancora del tutto riconosciuta psicologicamente e scientificamente. In genere, però, la voglia di uscire di casa è predominante per riprendere la vita di prima, facendo scomparire la sintomatologia: si dissolverà, quindi, quando si potrà uscire liberamente.
IL CAMMINO DELL’ANIMA È STATO INTERROTTO?
Le situazioni di difficoltà spingono le persone a riflettere su se stessi, cosa che invece non accade nei periodi di benessere. Questo è l’aspetto veramente positivo di quello che sta accadendo. È noto come nei periodi di difficoltà il dolore porti a crescere di più!
QUINDI È STATO UN BENE O UN MALE? CI SERVIRÀ ALLA LUNGA?
L’aumento del sé e della consapevolezza sono aspetti positivi. Si prende anche coscienza del fatto che i periodi “buoni” non sono affatto scontati.
NEI BAMBINI E NEGLI ADOLESCENTI TALE SITUAZIONE HA FATTO INSORGERE STATI PARTICOLARI?
Nei bambini, sicuramente, la mancanza della scolarità ha contribuito a generare una sofferenza psicologica, causata dalla mancanza di socialità. La didattica a distanza (DAD, ora DDI) è servita a poco, anzi, è stato un grave danno formativo anche per i più grandi. Se a questo si aggiunge un’eventuale conflittualità familiare, ciò ha portato i più piccoli così come i più grandi ad annullarsi, subendo l’ambiente ostile e non riuscendo a reagire.
I LUTTI AMOROSI SONO AUMENTATI?
Per i bambini e per gli adolescenti figli di una coppia litigiosa, inevitabilmente c’è il rischio che si possa sviluppare una forma di depressione.
COME SE NE POTRA’ USCIRE?
Ne usciremo riflettendo su quelle che sono le capacità adattive degli esseri umani, già dimostrate in precedenti periodi bui del mondo, in occasione di guerre, carestie, terremoti, disastri ambientali di ogni genere, mettendo in atto risposte nuove e di capacità, oltre che di adattamento anche di reazione.
Infatti anche per il solo fatto che siamo qui a parlarne, conferma quanto hai detto. Grazie per la tua disponibiltà di cui non avevo dubbi.
Speriamo di avervi fatto cosa gradita di questo excursus psicologico, atto a dare qualche consiglio pratico ma soprattutto una visione a distanza di quello che potrebbe essere il domani, rafforzando la propria anima. Questa , sa sempre cosa fare e dove andare ,basterebbe non contrastarla con il cervello come spesso facciamo, andando contro noi stessi. Molte volte siamo i primi nemici di noi stessi. Affrontare la vita rimuginando, dando le colpe sempre agli altri di quello che ci succede ,stando sempre scontenti di quello che siamo e quello che si ha, ci fa vivere inutilmente una vita qualitativamente negativa.
Taranto 26/1/2021 Dott. Giuseppe Varlaro