Puer Apuliae, Stupor Mundi: 770 anni fa morì in Puglia l’Uomo che stava per cambiare il Mondo
Un mondo in cui le differenze sono motivo di scontro, in cui il concetto “divide et impera” viene utilizzato magistralmente dai poteri per tenere contrapposte e separate le masse di persone, per muoverle una contro l’altra, per dominarle meglio e per tenere basso il loro livello di coscienza, affinchè non abbiano né la voglia, nè la cultura, né gli strumenti mentali per ampliare la propria consapevolezza in ogni situazione, cosa possibile solo con conoscenza, interscambio e discernimento condivisi con altre culture; come un puzzle di cui ognuno ha solo pochi pezzi (ma non lo sa) e gli viene impedito di cercarne e aggiungerne altri, anzi, chi dice di avere altri pezzi “diversi” del puzzle deve essere visto come nemico e sterminato in ogni modo possibile.
Questo è il mondo in cui nasce Federico II di Svevia, nel 1194. Ma è anche una condizione tipo in cui l’Umanità spesso si ritrova nella sua Storia, incluso il terzo millennio in cui siamo oggi. Diciamo che è una delle due grandi condizioni tipiche e contrapposte degli umani: Oscurare vs Illuminare, Lanciatori di sassi vs Costruttori di villaggi, Neanderthal vs Sapiens, e via dicendo.
In modo metaforico su questo pianeta si è spesso, nei millenni, messi al cospetto di scontri tra le forze “oscure” e le forze “luminose”: oscure quelle che tendono a distinguere e contrastare, luminose quelle che tendono ad unire ed armonizzare. I grandi personaggi storici di entrambe le forze appartengono a tutti i ceti sociali e spesso sono stati impegnati sugli stessi fronti, a difendere le stesse idee, ma gli uni in modi “oscuri” e gli altri in modi “illuminati”. Magari già prendendo il “meglio” da entrambe le forze avremmo avuto un mondo più equilibrato ed armonico.
E’ proprio il caso del nostro Imperatore, Stupor Mundi per molti, Puer Apuliae per i pugliesi.
Il suo lato oscuro era nell’Ego Imperiale (anche giustamente), nella potenza e determinazione con cui si imponeva su rivoltosi e nemici; il suo lato “luminoso” lo rese invece immortale, perché Federico non amava la guerra, non amava sottomettere le genti, amava invece la conoscenza, amava rendere colte le sue genti, amava immergersi nelle diverse culture in cui era cresciuto per cercare “ciò che fa dell’uomo un essere libero”, libero dai condizionamenti, dai dogmi e dalle imposizioni di chicchessia. L’Imperatore sognava un mondo in cui l’Uomo “gratificava il Creato e ne divenisse degno di far parte”.
Non era da solo in quell’epoca. Durante lo spietato tempo delle crociate folti gruppi di studiosi, di ogni razza e religione, amavano incrociare le loro sapienze. Il medioevo era il tempo degli studi dei templari, dei cabalisti ebraici, dei Sufi musulmani, dei matematici arabi e di tutti quelli che, anche leggendo le prime traduzioni degli antichi filosofi greci, cominciarono ad aprire le loro menti al Sapere e ad un pensiero superiore rispetto alla bieca realtà quotidiana in cui versavano gli stati dell’epoca, incluso lo stato della Chiesa, che era per assurdo tra i poteri più rigidi e spietati di quei tempi, con le sue strategie economiche e militari oltre che spirituali.
Rimasto orfano di entrambi i genitori a soli 4 anni, Federico visse la sua infanzia e adolescenza a Palermo, all’epoca capitale multietnica e multiculturale del Regno Normanno di Sicilia, dove convivevano il mondo latino-germanico, quello bizantino, il mondo arabo, greco, ebraico. Compì i primi passi e costruì i suoi primi “ragionamenti” circondato e istruito da tutor tedeschi, poeti siciliani, studiosi ebraici, matematici e astronomi arabi, filosofi greci, artisti e pensatori bizantini, insomma, il meglio del Pensiero mondiale di quei tempi era a Palermo, e Federico ne era immerso così tanto che lì si formarono la sua mente ed il suo spirito. Come poteva un Uomo cresciuto in questo modo voler attaccare e sottomettere le genti dei suoi maestri? Suoi simili nel cammino verso l’evoluzione umana.
800 anni fa, nel 1220, fu incoronato dal Papa Imperatore del Sacro Romano Impero e diede subito dimostrazione di cosa intendesse per “gestione” Impero.
- Si circondò di letterati, uomini di scienza e di pensiero di ogni razza e provenienza, matematici, astronomi, filosofi; lo stesso “grande” matematico pisano Fibonacci frequentò spesso la corte di Federico e, tornando a Pisa, compose i più importanti trattati dell’epoca (e oltre)
- Parlava correttamente 8 lingue
- Si dedicò all’ammodernamento e potenziamento dello Stato centrale dell’Impero
- Sostenne la cultura in tutti i modi, creò la prima Università laica di Europa aperta a tutti i ceti sociali, offrendo vitto e alloggio a chi non disponeva di risorse economiche sufficienti. Questa Università porta ancora oggi il suo nome: è la Federico II di Napoli
- Trasformò l’antica scuola medica di Salerno in una Università che certificava i medici tramite esami teorici e pratici. I medici di Salerno divennero autorevole riferimento in tutto il mondo occidentale.
- Conquistò Gerusalemme senza spargere una sola goccia di sangue e permettendone la frequentazione a tutti i fedeli delle 3 religioni dell’epoca. Grazie alla reciproca stima ed amicizia che nacque tra Federico ed il Sultano al-Malik al-Kamil – come lui uomo di pace e di sapere – la Città Sacra degli Ebrei, dei Musulmani e dei Cristiani passò alla sua illuminata e aperta reggenza. Ma questo al papa non piacque, e fu scomunicato.
- Ritirandosi a Melfi per diversi giorni (e notti), nel 1231 insieme ai suoi giuristi ed uomini di pensiero di tutte le culture, lavorò intensamente alla creazione delle Costituzioni Melfitane: un monumentale corpo giuridico che univa il Diritto Romano e le Leggi Feudali in chiave ultra-moderna per quei tempi (e non solo per quei tempi). La Costituzione di Federico di Svevia contemplava scuole per istruzione di base di tutti gli strati sociali, inclusi i più poveri; inoltre prevedeva norme di tutela ambientale rivolte alle attività ittiche, degli allevamenti e delle pelli affinchè NON contaminassero “le acque, la terra e l’aria” con le loro produzioni. Anche le Costituzioni Melfitane infastidirono molto seriamente il Papa e i diretti “competitor” di Federico nel resto di Italia ed Europa. Ciononostante furono oggetto di studi ed analisi fino al 1780, e direi che anche oggi uno sguardo riflessivo lo meritino, non foss’altro per capire quante e quali evoluzioni avremmo fatto dal 1231 ad oggi.
Dopo vari attacchi e scomuniche ricevute dai papi, Federico nel 1250 decise di mettere le cose in chiaro definitivamente: puntò col suo esercito verso Roma per ribadire al Papa di occuparsi delle anime perché della gestione socio/economica del popolo se ne sarebbe occupato l’Imperatore.
Ma in modo molto strano, essendo in gran forma ed ottima salute, durante il viaggio dopo una cena avvertì dei dolori addominali e morì di colpo.
Come sarebbe il mondo oggi se Federico fosse arrivato a Roma? Cosa sarebbe diventata l’Italia e soprattutto il suo Mezzogiorno se quell’Imperatore, detto Stupor Mundi, e le sue idee avessero prevalso sull’odio, la paura e la sopraffazione con cui venivano sottomessi gli altri popoli di allora?
Immaginare le risposte e gli scenari possibili sarebbe un utile esercizio.
In dicembre nacque (il 26 dicembre 1194) ed in dicembre – in modo “molto” strano – morì (nel 1250).
Se l’onestà, l’intelligenza, le più alte virtù,
la saggezza, la buona reputazione e la nobiltà
del sangue potessero resistere alla morte,
Federico, che qui riposa, non sarebbe morto.
Epigrafe sulla lapide di Federico II – Duomo di Palermo
Ph. copertina di Gino Tafuto